Non bisogna esultare troppo. Il “capitano” ha molte risorse e molte capacità di “rivoltare la frittata” evocata da Luigi Di Maio. Dipende chi prende in mano per primo il manico della padella.
Al momento sembrano i Cinquestelle ad essere riusciti a porre un freno alla frenesia salviniana di correre al voto e capitalizzare il consenso stimato dai sondaggi per la Lega.
Comunque, va già detto con tutta nettezza: se si forma una nuova maggioranza anche solo “desistenziale” e nasce un nuovo governo o se si va al voto immediato, la situazione per Salvini non cambia molto.
In entrambi i casi otterrà risultati più che positivi: sulla strutturazione di un nuovo esecutivo potrà costruire il canto dello splendido isolamento della Lega e, soprattutto, della completa “diversità” sia dal resto di un mondo politico fatto di “inciucioni“; se invece andremo alle urne, allora potrà fare man bassa dei consensi popolari con la solita inquietante propaganda disumana contro migranti, rom e col rosario in mano, stretto nel pugno scagliato nell’aere più e più volte.
Parole, gesti e intenzioni sono simbolicamente lì a dirci che, sia come sia, vada come vada, non ci attende nulla di buono…
Sarà banale dirlo, ma non è banale ricordarcelo.
(m.s.)
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