Il governo filonazista dell’Ucraina continua a non rispettare gli accordi di Minsk non varando quelle leggi e modifiche costituzionali, necessarie per dare il via a libere elezioni nelle repubbliche del Donbass, la Repubblica Popolare di Lugansk e la Repubblica Popolare di Donetsk.
Anzi dalle dichiarazioni di esponenti di primo piano del regime prodotto dal colpo di stato di Maidan emerge l’esplicito rifiuto di rispettare gli accordi firmati e la volontà di continuare le operazioni di guerra come dimostrano le innumerevoli violazioni del cessate il fuoco da parte delle truppe di Kiev, tra le quali si distinguono per l’odio e la ferocia le ex milizie neonaziste oramai inquadrate nei ranghi dell’esercito regolare.
In risposta a questo ricatto e alla propaganda che accusa le due repubbliche di essere eterodirette e incapaci di gestire processi democratici, è nata la proposta di “elezioni primarie” organizzate e gestite da movimenti sociali che ha ricevuto l’avallo dei governi delle Repubbliche. La scelta avrebbe riguardato il il voto per Sindaci, consiglieri Comunali e di distretto.
Si voleva in questo modo sia dare un segnale forte sulla volontà di autodeterminazione degli abitanti delle due repubbliche, sia dimostrare, contro la faziosità della propaganda del regime ucraino, la capacità e la volontà politica di promuovere processi di partecipazione con elevati standard di democrazia e trasparenza.
Nelle elezioni, tenute come previsto, domenica 2 ottobre, hanno potuto esprimere il loro voto tutti i cittadini sopra i 18 anni e hanno avuto il diritto di candidarsi tutti gli over 18 con il certificato penale pulito che avessero raccolto, rispettivamente, 500 firme nel caso di candidatura a sindaco e 200 a consigliere.
Tutti gli osservatori internazionali presenti con totale libertà di movimento e interlocuzione con elettori, candidati e commissari elettorali hanno concordato sulla regolarità delle procedure seguite, anche in situazioni molto difficili come nel distretto di Ybileynuy nella Repubblica di Lugansk, i cui abitanti nella notte precedente avevano subito il bombardamento delle truppe Ucraine.
Al di là dei risultati del voto si può già affermare che queste “primarie” per la grande partecipazione, il rispetto della democrazia e della trasparenza e per lo stesso fatto che si siano tenute nonostante le pressioni internazionali e i continui cannoneggiamenti cui è sottoposta la popolazione civile, rappresentano un fatto di grande rilevanza simbolica e un segnale a tutto il mondo che i popoli del Donbass sono pronti e determinati a decidere il proprio futuro.
Il partito della Rifondazione comunista, mentre continua a condannare con forza il vulnus inferto alla democrazia, dai golpisti di Maidan, in Ucraina, dove lo stato di diritto e le fondamentali libertà politiche sono negate, si reprime il dissenso e si governa con i neonazisti, si mette fuorilegge il partito comunista, non può che ribadire piena e incondizionata solidarietà ai popoli delle repubbliche popolari del Donbass e sostegno degli importanti percorsi di partecipazione democratica e popolare messi in atto dalle due repubbliche popolari sulla strada dell’autodeterminazione e della pace.
ANTONELLO PATTA
foto tratta da Wikimedia Commons