Dentro ai numeri delle elezioni spagnole

Numeri sparsi intorno all’esito delle elezioni spagnole svoltesi domenica 26 giugno: alcuni elementi validi per una prima approssimazione di giudizio che sarà poi necessario sviluppare in maniera più approfondita....

Numeri sparsi intorno all’esito delle elezioni spagnole svoltesi domenica 26 giugno: alcuni elementi validi per una prima approssimazione di giudizio che sarà poi necessario sviluppare in maniera più approfondita.

E’ possibile comunque trarre alcune indicazioni di fondo:

1) Non risulta vincente una qualche proposta di governo. Gli scostamenti rilevati tra Dicembre 2015 e Giugno 2016 non risultano sufficienti in questo senso. E’ difficile quindi parlare di svolta “governista” rispetto ad altre precedenti esperienze europee di diverso tipo. Il sistema elettorale, studiato a suo tempo per favorire il bipolarismo e l’inserimento di alcuni partiti localisti deve essere ripensato in quanto il sistema sembra essersi assestato su di una quadri – partizione abbastanza stabile;

2) E’ calata la partecipazione, in una dimensione non ancora verticale come – ad esempio nel secondo turno di ballottaggio nelle elezioni amministrative italiane – ma comunque in una misura consistente. Nel dicembre 2015 si contarono 25.349.824 voti validi, a Giugno 2016 ci si è fermati a quota 24.161.083. Un decremento di 1.188.741 suffragi, valore in percentuale 3,36%

3) Indubbio il successo del Partito Popolare, al di là delle percentuali ma in termini assoluti. Il partito di Rajoy è salito da 7.215.530 voti a 7.906.185, un incremento di 690.655 unità di diversa provenienza. La parte maggiore di questo incremento arriva sicuramente da Ciudadanos ma hanno ceduto verso il PP anche i socialisti e i partiti indipendentisti;

4) Il PSOE ha limitato i danni cedendo, tra dicembre e giugno, 105.984 voti da 5.530.693 a 5.424.709. Soprattutto, come vedremo meglio, il PSOE ha ceduto in alcune sue roccaforti;

5) Risulta sicuramente sconfitta l’alleanza tra IU e Podemos: si può dire che l’elettorato ex-comunista ha preferito astenersi. IU e Podemos cedono infatti 1.062.706 voti: IU a Dicembre ne aveva ottenuti 923.105. Se ne può abbastanza facilmente arguire che una quota rilevante di quei suffragi sia andata ad alimentare l’incremento già segnalato del “non voto”;

6) Anche Ciudadanos fa registrare una secca battuta d’arresto scendendo da 3.500.446 voti a 3.123.769: un calo di 376.777 unità che presumibilmente sono andate a incrementare il bottino del PP;

7) In calo complessivamente i partiti indipendentisti, catalani e baschi: da 1.466. 375 voti nell’insieme a 1.312.146 con un calo di 154.229 unità.

8) La somma dei quattro maggiori partiti più quelli più importanti tra i partiti indipendentisti di Catalogna e dei Paesi Baschi sommava, nel 2015, a 24.043.922 pari al 94,84% dei voti validi; nel 2016 a 23.085.837 pari al 95,54% riducendo ancora al minimo l’indice di dispersione;

9) E’ interessante, per valutare al meglio il rendimento del particolare sistema spagnolo e l’indice di distorsione, valutare quanto i maggiori partiti hanno pagato per ciascun seggio conquistato alle Camere. Il Partito Popolare ha pagato per ciascuno dei 137 deputati eletti 57.709 voti; Il PSOE (85 eletti) 63.820 voti; IU-Podemos (71 eletti) 71.123 voti; Ciudadanos (32 eletti) 97.617 voti.

10) Molto rilevanti gli scostamenti avvenuti sul piano della distribuzione geografica del voto. I socialisti hanno perso la maggioranza nelle 2 autonomie regionali nelle quali la detenevano (Andalusia e Estremadura) mentre IU-Podemos, pur calando, è rimasto partito di maggioranza relativa in Catalogna e nei Paesi Baschi. Dal punto di vista dei 50 collegi il Partito Popolare è maggioranza relativa in 40, al PSOE ne restano 3 (Huelva, Siviglia e Ciudad Real), a Podemos 5 (Tarragona, Barcelona, Alava, Guipzcoa, Vizcaia), ai Democratici di Catalogna 2 ( Girona e Lleida).

11) In particolare, tornando al voto nelle autonomie regionali, il PSOE ha perso 75.657 voti in Andalusia dove il PP ne ha guadagnati 130.400, con un calo nettissimo di IU-Podemos (- 218.106). In Estramadura il PP diventa primo partito con un incremento di 19.299 voti e un contemporaneo calo del PSOE di 21.140 suffragi, anche in questo caso crolla IU – Podemos ( – 22.346). IN Catalogna Podemos mantiene la maggioranza relativa pur calando di 79.414 voti, cala anche il PS OE di Catalogna di 30.988 unità e i Popolari (quinto partito) si avvantaggiano della secca sconfitta di Ciudadanos ( – 111.058). Più contenuto il calo di Podemos nei Paesi Baschi (- 21.226 voti), scendono anche i nazionalisti del PNV e BILDU. Per finire con questa panoramica l’esemplificazione evidente del passaggio da Ciudadanos al PP si verifica a Madrid: Ciudadanos cede 66.093 voti, il PP ne guadagna 111.788. Nella autorità amministrativa autonoma della Capitale secca contrazione di consenso anche per IU – Podemos che scende di 210.002 suffragi.

12) Ed ecco le percentuali, a livello nazionale, calcolate per i maggiori partiti sul totale degli aventi diritto: 35.045.013 a dicembre 2015, 35.001.447 a giugno 2016. Partito Popolare 22,58% ( 20,58% dicembre 2015,); PSOE 15,49% ( 15,78% dicembre 2015); IU – Podemos 14,42% ( 17,44 dicembre 2015) Ciudadanos 8,92% (9,98% dicembre 2015). In tutti i paesi europei ormai è difficile trovare un partito di maggioranza relativa che valga più di un quarto dell’intero elettorato.

FRANCO ASTENGO

redazionale

27 giugno 2016

foto tratta da Pixabay

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EsteriSpagna e Portogallo

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