Le Sezioni riunite della Corte dei conti mercoledì pomeriggio hanno sospeso il provvedimento della Corte dei conti campana, che aveva imposto il blocco della spesa del comune di Napoli per irregolarità nella stesura dei bilanci. Il parere definitivo toccherà alla Corte costituzionale ma, intanto, l’amministrazione partenopea tira un sospiro di sollievo. Ieri il sindaco Luigi de Magistris ha spiegato: «Il dispositivo di blocco della spesa addirittura prefigurava in modo un po’ improvvido, se noi non avessimo fatto determinate cose, anche lo scioglimento del consiglio comunale». Entro oggi la giunta approverà il bilancio di previsione e il nuovo piano di riequilibro.
Per mettere i conti in salvo, però, ci vorrà un intervento del governo sul debito con il consorzio Cr8 risalente al terremoto del 1980, un debito che lo stato ha riconosciuto come proprio con il governo Gentiloni, tocca al nuovo esecutivo cancellarne le sanzioni. I contatti con la sponda grillina sono buoni e con un certo ottimismo de Magistris si appresta a sbarcare a Roma per l’assemblea del primo dicembre al Teatro Italia.
L’iniziativa è stata lanciata sotto le insegne del suo movimento, Dema, ma è in realtà un tentativo per capire che spazio c’è per la costruzione di una nuova coalizione nazionale: «È giunta l’ora – scriveva nell’appello de Magistris – di un fronte popolare democratico senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte». L’invito a partecipare è stato fatto, in particolare, a Ilaria Cucchi e al sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano, in entrambi i casi guardando a possibili candidature alle elezioni europee. Sono previsti pullman da Nord a Sud (in particolare Liguria, Calabria e Puglia) e collegamenti video da Spagna e Grecia, sponda Podemos e Diem25.
Molto attive nell’organizzazione dell’appuntamento Sinistra italiana e Rifondazione comunista, reduce quest’ultima dalla rottura con Potere al popolo. Anche a Pap è arrivato l’invito: domani durante il neo Coordinamento nazionale, eletto a inizio mese, si deciderà se aderire o meno. Ma, comunque, mettono le mani avanti: «Non siamo interessati a cartelli elettorali con gli schemi della vecchia sinistra». Insomma, il finale dell’assemblea del primo dicembre non è già scritto.
Sul tavolo ci sono le scadenze elettorali a cominciare dalle europee del 2019, anche se de Magistris non ha ancora sciolto la riserva su una sua corsa in prima persona, avvisando anzi che nell’ipotesi di elezione lascerebbe il posto al secondo in lista. Nel 2020, poi, ci saranno le regionali in Campania ma l’interesse primario è la costruzione di un fronte in grado di misurarsi alle politiche.
Mercoledì de Magistris l’ha detto in modo esplicito: «Vorrei essere l’anti Salvini. Come premier sarei il suo opposto: credo che si debba lavorare su coesione e solidarietà». Ieri, a margine dell’incontro con la stampa sulla sentenza della Corte dei Conti, è tornato sullo scenario politico nazionale: «La bocciatura della manovra economica del governo da parte dell’Unione europea mi preoccupa. Per i capricci elettorali di qualcuno, rischiamo che vengano sbriciolati i risparmi di una vita dei cittadini. C’è il timore forte che il paese non sia in mani salde». Per poi offrire una piattaforma alternativa: «Ci vorrebbe una manovra che metta in sicurezza l’Italia, che si sta sgretolando, una manovra vicina ai sindaci e alle esigenze dei territori». L’obiettivo, ha spiegato de Magistris, è la costruzione di una coalizione civica nazionale «contro l’onda nera che avanza».
ADRIANA POLLICE
foto di Marco Sferini