D’Alema: «Ora il mondo costringa Netanyahu a fermarsi»

L'ex premier: «La comunità internazionale ha gli strumenti per fermare questa escalation di violenza da parte di Israele: ora li usi, basta doppi standard. Spaventa l’impotenza Usa, incapaci di condizionare persino i propri alleati. L'Ue non pervenuta in Medio Oriente come in Ucraina». Le opposizioni al governo: «Le parole non bastano». Conte chiede il richiamo dell'ambasciatore e sanzioni Ue contro Tel Aviv

La reazione del governo all’attacco di Israele contro le basi Unifil in Libano, per una volta adeguata alla gravità dei fatti, prende un po’in contropiede le opposizioni. Che utilizzano toni non dissimili da quelli del ministro della Difesa Crosetto.

«Un attacco inaccettabile, l’Italia reagisca con fermezza, Netanyahu si deve fermare», dice Elly Schlein al termine di una riunione dei senatori e deputati Pd sulla risoluzione sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue, che è stata scompaginata dalle notizie in arrivo dal Libano. Giuseppe Conte interviene via social: «Il governo Meloni faccia immediatamente chiarezza. Fermiamo la follia di questa escalation, fermiamo la furia criminale di Netanyahu».

Tutte le forze di opposizione chiedono che il governo riferisca in Parlamento e tutti sottolineano la necessità di fermare il premier israeliano. Dice Nicola Fratoianni: «È arrivato il momento di fermare la criminale escalation di Netanyahu in Medio Oriente». Duro Angelo Bonelli: «È un criminale di guerra, va arrestato». Anche per Carlo Calenda il premier israeliano «ha perso il senso del limite».Tra i dem, anche i più filo israeliani come Lorenzo Guerini ammettono che si è trattato di un «attacco deliberato».

«L’allargamento della guerra in Medio Oriente può avere conseguenze incalcolabili», avverte Schlein. «Sono arrivate parole chiare da Crosetto, attendiamo che il governo venga a riferire presto in aula Il confronto con la premier Meloni sulla politica estera non è mai mancato, soprattutto nei momenti di più grave preoccupazione».

«Bisogna fare piena luce sull’accaduto», le fa eco il responsabile esteri Pd Giuseppe Provenzano. «L’Italia si unisca in una reazione ferma, insieme alla comunità internazionale, per esigere il cessate il fuoco e difendere la missione di pace e le istituzioni multilaterali». Conte non è soddisfatto dalla reazione di Crosetto: «Il governo deve richiamare l’ambasciatore a Tel Aviv, servono sanzioni Ue contro Israele e un embargo sulle armi. Le parole non bastano più».

Ieri sulla guerra in Medio Oriente è intervenuto anche Massimo D’Alema che nel 2006, da ministro degli Esteri, fu tra i protagonisti della ridefinizione della missione Unifil.«Assistiamo a un crescendo di violenza da parte di Israele che va oltre il senso di una risposta sproporzionata. Siamo davanti a una sconfitta gravissima della comunità internazionale: l’impotenza degli Usa è molto grave e fa paura il fatto che l’America non sia più in grado di condizionare neppure i propri alleati», ha detto a Radio popolare.

«Il mondo dovrebbe fare la sua parte e dire “basta” non solo a parole. La comunità internazionale ha i mezzi per imporre la sua volontà, ma nei confronti di Israele non si adotta nessuna delle misure che normalmente vengono utilizzate verso tutti i paesi del mondo. Questo doppio standard non è più accettabile».

D’Alema ricorda il 2006. «Il ruolo degli Usa con Condoleezza Rice fu molto forte, e al governo in Israele non c’erano criminali di guerra. Si lavorò per una soluzione politica. Quello che sta accadendo genererà in centinaia di milioni di persone un odio verso l’Occidente che durerà per generazioni».

E Hamas? «Ha preso forza perchè nessuno ha teso la mano alle leadership moderate palestinesi. Ci siamo dimenticati di loro mentre andava avanti la colonizzazione e l’oppressione militare, l’uccisione ingiustificata di centinaia di civili: tutto questo accadeva prima del 7 ottobre 2023. Mentre si distruggeva ogni credibilità di un possibile stato palestinese nessuno ha fatto nulla e questo ha dato forza ad Hamas: la tragedia non inizia il 7 ottobre».

Quanto all’Ue, D’Alema la definisce «non pervenuta». «Siamo stretti tra due guerre che minano il nostro futuro economico e la nostra sicurezza e non siamo in grado di fare nulla su nessuno dei due fronti, Ucraina e Medio Oriente».

ANDREA CARUGATI

da il manifesto.it

foto: screenshot You Tube

categorie
Guerre e pacePalestina e Israele

altri articoli