Alla sera guardi la televisione e scopri che in Turchia c’è un colpo di stato in atto.
Al mattino alle 7.45 comperi il giornale e scopri che il golpe c’è e resiste.
Poi prendi in mano il telefonino, apri una applicazione di informazione e scopri che il colpo di stato è fallito e che i militari sono tutti arrestati e Erdogan, dato per disperso nei cieli di due continenti, è al suo posto.
Delle due l’una: o non ci sono più i colpi di stato d’una volta che duravano almeno un giorno intero, e dopo tre giorni avevi più o meno capito cos’era accaduto nel frattempo, oppure l’informazione immediata di Internet e tv ha ormai definitivamente relegato i giornali a strumenti di approfondimento e non più di cronaca.
Qualche incidente stradale, un po’ di cronaca nera: sono questi ancora i fatti che puoi raccontare ai lettori senza il timore che pochissime ore dopo arrivi un’agenzia e ti dia il contrordine per lo scolonnamento dei pezzi.
Eh no, non ci sono più le vecchie, calme notizie d’un tempo…
(m.s.)
foto tratta da Pixabay