Già la crudeltà è insita nell’animo umano tanto quanto la benevolenza: oscurità e luce, alternanza naturale.
Tutto ciò che aggiunge peso alla crudeltà e la stimola a prevalere ammantandosi del volto della benevolenza è il vero peso politico e antisociale che va respinto.
A questo peso sulla bilancia della coscienza umana va contrapposta una resistenza fatta dimostrando che le fobie sociali sono false paure, schemi e produzioni mentali che non hanno una corresponsione con la realtà.
Alle fobie sociali si risponde non con un semplice richiamo al recupero della benevolenza, del lato buono dell’umanità e del singolo.
Alle fobie sociali si deve rispondere con la dimostrazione che non c’è divisione più crudele se non quella tra sfruttati e sfruttatori e che tutte le altre sono figlie di questa separazione classista.
Insomma, senza coscienza di classe non esiste coscienza vera e propria, non esiste morale, non esiste umanità possibile.
(m.s.)
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