Il 6 novembre gli operai dell’Ilva di Cornigliano occuparono la fabbrica per chiedere «il rispetto dell’accordo di programma del 2005» che prevedeva il mantenimento dei livelli occupazionali. Furono attaccati dal ministro Carlo Calenda e dal sindacato Fim Cisl. E addirittura denunciati dai commissari di Ilva per danni.
Il «presidio giorno e notte» durò tre giorni. Poi arrivò la notizia dell’impegno a convocare un incontro sulla questione al ministero dello Sviluppo economico con tutte le istituzioni coinvolte in quella firma e i nuovi proprietari dell’intero gruppo Ilva. Quel tavolo si è tenuto ieri mattina e si è chiuso con la promessa da parte Arcelor Mittal di rispettare l’accordo di programma. E quindi di confermare i livelli occupazionali.
«A differenza di quello che hanno detto in molti per denigrare la nostra azione, meno male che abbiamo scioperato perché altrimenti non saremmo mai arrivati a questa chiarezza», rivendica il segretario della Fiom di Genova Bruno Manganaro. «Non abbiamo ancora vinto ma c’è un dato molto positivo: tutti gli enti presenti al tavolo, a partire dal ministro Carlo Calenda, hanno confermato la piena validità dell’accordo di programma e la stretta connessione tra la concessione delle aree di Cornigliano e il mantenimento dei posti di lavoro».
L’accordo ha fra i suoi punti vincolanti la garanzia dei livelli occupazionali a fronte della concessione alla società proprietaria dell’Ilva di 1 milione e 200 mila metri quadri di aree demaniali. «A domanda precisa fatta da me sulla quantità di aree che Mittal pensa di utilizzare a Genova – prosegue Manganaro – la risposta è stata: “La maggior parte”. A questo punto la multinazionale dovrà fissare nei prossimi giorni un incontro con la Regione Liguria e il Comune di Genova per quantificare questa “maggior parte”. Io credo che sarà praticamente tutto il milione e centomila metri quadrati e quindi l’attuale forza lavoro di 1.500 operai dovrà rimanere inalterata». Nel suo Piano industriale iniziale Mittal sosteneva che gliene sarebbero bastati 900.
«I presupposti sono buoni, andiamo avanti», hanno commentato uscendo dalla riunione il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Liguria Giovanni Toti. Arcelor Mittal, da parte sua, condivide «la necessità espressa da più parti di procedere a un approfondimento e a un aggiornamento dei contenuti dell’accordo alla luce del nuovo scenario» e si rende disponibile ad un chiarimento con gli enti locali e i sindacati.
Intanto il Codacons ha deciso di presentare una nuova denuncia alla procura di Taranto in cui si chiede anche di procedere contro l’Ilva e contro i commissari. L’associazione chiede alla magistratura di disporre, avvalendosi della Protezione Civile, l’evacuazione del quartiere Tamburi nei giorni di vento – i Wind day – come ieri nei quali le scuole restano già chiuse per precauzione contro l’inquinamento.
MASSIMO FRANCHI
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