Il rumore di una modernità bugiarda mi scuote l’animo e mi rende indisciplinato verso una specie di omologazione fatta di lampi di genio di chi vorrebbe accreditarsi come lo scopritore di talenti da far avanzare sul tappeto scivolante del futuro.
Frastornante è la desolazione delle coscienze che non percepiscono altro se non la ripetuta quotidianità, una routine mai uguale a sé stessa ma sempre uguale al vuoto delle menti che si dimenticano di pensare, che agiscono per inerzia, per transumanza di abitudini che non rimarranno nemmeno nel libro delle tradizioni di un triste passato.
Ciò che è considerato moderno mi fa sperare ben poco nella rinascita della coscienza critica e della voglia di uguaglianza che diminuisce a vista d’occhio, che è ormai impalpabile, impercettibile a qualunque senso.
Ciò che è considerato invece vecchio, antico e superato è la più bella delle melodie che mi riscaldano ancora un po’ quella passione che, tutto sommato, mi tiene in vita.
(m.s.)
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