Un giorno chiesero a Franco Battiato: “Lei è vegetariano, vero?“. Rispose:
«Sì. Non critico chi mangia carne, questa è una mia scelta venuta con il tempo.
Per esempio: ho smesso di mangiare pesce in un secondo tempo. In Sicilia frequento degli amici pescatori bravissimi che mi hanno voluto coinvolgere nella pesca di fondo.
Alle tre di una notte di agosto ho pescato un pesce, ma quando lui mi guardò e io ho corrisposto il suo sguardo, è come se ci fossimo capiti ed ho deciso di ributtarlo in acqua e da allora non mangio più pesce.
Un’esperienza analoga mi ha portato a decidere di non andare a cavallo. Ci monto sopra e sono felice. Tiro a sinistra lui fa resistenza ed io ho deciso di scendere, perché ho pensato: ma siamo pazzi? Perché deve sentire il mio peso di ottanta chili sulla schiena?
Lo so che molti dicono che è nato per quello, ma io non accetto la regola della preda e del predatore anche in natura. La capisco ma non la accetto».
La penso così, come lui, da molto tempo ormai. E’ un pensiero che si è affinato con una evoluzione coscienziosa, con una presa di posizione prima di tutto etica e poi anche dai contorni salutisti. Ma fuori da ogni moralismo. L’esempio è il miglior messaggio che possiamo dare, insieme alla perseveranza. Non bisogna attaccare chi mangia gli animali, ma far vedere loro che è possibile l’alternativa e la scelta vegetariana.
La possibilità è il miglior insegnamento che si può trasmettere a parenti, amici, conoscenti. A chiunque entri in contatto con noi. La penso come Battiato e ne sono veramente tanto felice.
Vivere senza nutrirsi di altri esseri viventi, rispettando tutte le specie, è possibile. Un’altro mondo lo è. Costruiamolo cominciando da noi stessi. Coraggio.
(m.s.)