Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo, in spagnolo Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo, acronimo FARC, un’organizzazione guerrigliera comunista della Colombia di ispirazione marxista-leninista e bolivariana.
FARC nasce il 27 maggio 1964 contro la «Operazione Marquetalia»” effettuata dallo Stato colombiano con appoggio statunitense per reprimere le esperienze di autorganizzazione agraria contadina che si erano sviluppate nelle regioni Tolima e Huila.
Dalla storia di più di 50 anni fa, alla cronaca
Il Governo colombiano e i ribelli di sinistra delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, le note Farc, hanno raggiunto uno storico accordo per far cessare l’ultima grande guerra di guerriglia dell’America Latina. Lo hanno annunciato i negoziatori da l’Avana. Per il Paese si aprirebbe così un nuovo capitolo, dopo oltre mezzo secolo di un sanguinoso scontro politico.
Le trattative, con i colloqui avvenuti a Cuba, sono durate quasi quattro anni. Il 2 ottobre l’intesa sarà sottoposta a un referendum nazionale.
“Abbiamo vinto la più bella di tutte le battaglie” ha commentato il negoziatore delle forze armate rivoluzionarie.
Il presidente colombiano Juan Manuel Santos: “Ho realizzato il mandato che mi avete assegnato”
Vince la Colombia
Per la Colombia si aprirebbe un nuovo capitolo, dopo oltre mezzo secolo di un sanguinoso scontro militare e politico. Secondo le intese firmate dai rappresentanti delle due parti, raggiunte dopo quasi quattro anni di colloqui in territorio cubano, le Farc rinunceranno alle armi e reintegreranno migliaia di suoi guerriglieri nella vita civile del Paese sudamericano.
A Bogotà, la popolazione ha festeggiato nei parchi e nelle strade. Il 2 ottobre l’accordo sarà sottoposto a referendum nazionale. Nei recenti sondaggi, il 67,6% dei colombiani si è detto a favore. Se approvato, l’accordo dovrà essere ratificato dal Congresso e avrà poi definitivamente via libera.
Secondo quanto stabilito, le Farc avranno una rappresentanza senza diritto di voto al Congresso sino al 2018 e potranno partecipare alle elezioni. Poi, i 7mila ex ribelli dovranno conquistare i loro seggi come ogni altro partito politico.
50 anni di guerra spietata
La più lunga guerra civile dell’America Latina. Dal 1964, sono state uccise almeno 220mila persone con milioni di sfollati. Su fronti opposti, i favorevoli e i contrari alimentano già un’infuocata disputa tra sostenitori e critici dell’accordo di pace negoziato nella capitale cubana dell’Avana.
I colombiani sono profondamente divisi su cosa concedere ai ribelli, sulle conseguenze giudiziarie che questi dovrebbero affrontare, sul fatto che i settemila combattenti delle Farc consegnino o meno le loro armi e sull’opportunità che i ribelli smobilitati possano o meno ricevere incarichi elettivi.
Secondo alcuni sondaggi, i colombiani direttamente colpiti dalla guerra, incluse le famiglie di chi è stato ucciso, sono spesso i più disponibili a perdonare e a sostenere le trattative di pace.
Pace o vendetta
Dei 47 milioni di abitanti della Colombia più di un quarto è stato in qualche modo colpito dalla guerra che ha coinvolto ribelli, gruppi paramilitari di destra e truppe governative.
Il dissenso nei confronti dei negoziati di pace è guidato dal principale partito d’opposizione, il Centro democratico, di destra, dell’ex presidente Álvaro Uribe. Quando era al potere, Uribe ha inflitto alcuni duri colpi alle Farc nel corso di una campagna di contro insurrezione sostenuta dagli Stati Uniti.
Importante ricordare che la rivolta delle Farc era cominciata come una sommossa contadina.
Va infine anche detto che il governo di Bogotà non è stato ancora in grado di spiegare con chiarezza l’accordo di pace ai colombiani.
ENNIO REMONDINO
foto tratta da Pixabay