Pippo Civati, per la Consulta il quesito sull’articolo 18 è inammissibile. Secondo lei è una decisione politica?
Non faccio retroscena né quando le sentenze della Corte Costituzionale mi piacciono né quando non mi piacciono. Abbiamo festeggiato tante volte la Consulta quando impartiva lezioni al governo, stavolta non possiamo fare il contrario.
Restano i quesiti sui voucher e sulle imprese appaltanti.
E su questi siamo scatenati. Quella dei voucher per noi è stata una battaglia dall’inizio, anche perché ridurre la precarietà era un mantra del jobs act. I risultati sono noti. È una questione complessiva, non cade l’interesse per la battaglia referendaria. L’unico referendum che Renzi poteva vincere è quello sull’articolo18. Sembra paradossale ma avrebbe ripolarizzato destra e sinistra, e Renzi si sarebbe schierato con la destra. Proveranno a cambiare le regole dei voucher per darci dei massimalisti. Sarà una battaglia meno semplice. Ma un referendum è sempre una bandiera. E quella del lavoro è la più grande questione sociale aperta in Italia.
I 5 stelle dicono che così la Corte ha garantito che si voterà nel 2018. Dopo il 4 dicembre proverete a dare una nuova spallata al governo?
Rispetto le istituzioni. Se davvero Renzi e i 5 stelle vogliono andare al voto, i numeri ce l’hanno. E Salvini gli dà una mano.
Lei non chiede il voto subito?
Evitiamo le sparate che piacciono ai giornali. Dopo tre anni di fretta, facciamo le cose per bene. Si prendano le settimane o i mesi che servono per fare una legge elettorale condivisa da almeno tre quarti del parlamento.
A sinistra, a grandi linee, chi vuole il Mattarellum è per il centrosinistra, chi vuole il proporzionale è contro l’alleanza. Lei?
Sono pronto a votare il Mattarellum in purezza. Se non va bene, facciano proposte credibili.
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DANIELA PREZIOSI
foto – screenshot tratto dal canale You Tube di Pippo Civati