Le sei pagine con cui Matteo Salvini motiva la precettazione di tutti i lavoratori dei trasporti contengono passaggi esilaranti. E allo stesso tempo «pericolosi». Li hanno sottolineati Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri nella conferenza stampa in cui è stata rilanciata la mobilitazione con cinque giorni di sciopero fino a primo dicembre.
L’ora e mezza è partita con un vero e proprio Blob delle promesse non mantenute di Giorgia Meloni e Matteo Salvini in fatto di «cancellazione della riforma Fornero», «tassazione degli extraprofitti» e promessa di «blocco dell’intero paese per mandare a casa il governo» fatte dalla presidente del Consiglio e dal suo vice leghista. «Una schizofrenia totale rispetto a quanto stanno facendo», ha attaccato Landini.
«L’attacco al diritto di sciopero è gravissimo. Moltissimi sindacati europei si sono stupiti di quello che è successo qui: in Germania stanno facendo uno sciopero simile e da loro la precettazione non esiste, in Francia uguale. Se qualcuno mette in discussione il conflitto sociale deve sapere che sta mettendo in discussione un caposaldo della democrazia. Siamo davanti a una regressione pericolosa da parte del governo. E non è un caso che arrivi assieme all’assalto alla Costituzione col progetto di riforma e l’autonomia differenziata: è la stessa logica», tuona Landini.
«Abbiamo evitato la polemica in questi giorni ma quando sentiamo parlare di “week end lungo” per i lavoratori che si autotassano una giornata di stipendio e tornano in servizio sabato e domenica, pensiamo che la violenza verbale abbia raggiunto livelli troppo alti. Salvini non ha fiatato su almeno sei scioperi generali di piccole sigle, dimostrando due pesi e due misure quando invece per due volte ha precettato Cgil e Uil a luglio nel trasporto aereo e in quello ferroviario, promettendo poi tavoli sui contratti, mai più convocati», attacca Bombardieri che martedì sera aveva parlato esplicitamente di «squadrismo istituzionale».
Purtroppo già ieri mattina il capo leghista aveva rilanciato parlando della «necessità di rivedere la legislazione sullo sciopero» (sebbene Meloni in serata lo abbia frenato) mentre la legge 146 del 1990 sugli scioperi nei servizi essenziali, concertata con Cgil, Cisl e Uil mostra i segni del tempo, limitando in maniera sostanziale il diritto di sciopero, specie in assenza di una legge sulla rappresentanza che misuri gli iscritti reali ai sindacati.
Come anticipato dal manifesto, Cgil e Uil hanno comunque deciso di chiedere ai lavoratori dei trasporti di scioperare solo quattro ore. «Non vogliamo mettere a rischio i lavoratori, se non rispettassero la precettazione rischierebbero sanzioni economiche e penali – ha spiegato Landini – . Ma contemporaneamente consideriamo le motivazioni della Commissione e della precettazione provvedimenti gravi e valuteremo tutte le misure per tutelare i diritti dei lavoratori».
«Avevamo già deciso di non seguire le indicazioni della Commissione di garanzia, mantenere le otto ore e pagare le multe previste – ha continuato Bombardieri – ma ora a rischiare sono i lavoratori, non noi sindacati. Detto questo, stiamo valutando come portare avanti la nostra battaglia contro decisioni inaccettabili impugnando i testi».
Ieri Cgil e Uil hanno valutato anche un ricorso d’urgenza articolo 28 per comportamento antisindacale che tutela anche il diritto di sciopero. Il tribunale del Lavoro avrebbe in questo caso bloccato l’esecutività della precettazione. I tempi troppo stretti e la non certezza di vincere nel merito il giudizio hanno però fatto consigliare di soprassedere e di preparare ricorsi più strutturati nei prossimi giorni.
Detto questo, lo scempio delle norme di Salvini è un propellente fantastico e inaspettato per la mobilitazione di Cgil e Uil. «In queste ore sentiamo che la partecipazione ai nostri scioperi e manifestazioni nelle piazze sta crescendo», dicono all’unisono Landini e Bombardieri dando appuntamento a domani alle 9,30 a piazza del Popolo a Roma per la prima – quella delle regioni del centro e di tutti i dipendenti pubblici e dei trasporti in tutta Italia – delle cinque giornate di sciopero.
MASSIMO FRANCHI
foto: screenshot tv