Ci eravamo un po’ dimenticati del fatto che ogni giorno si muore anche di lavoro. Un operaio di 27 anni è morto a Taranto in queste ore. E’ stato investito da un carrello su un nastro trasportatore.
A Roma, quasi nello stesso momento, un operaio dell’Atac moriva folgorato mentre tentava di aggiustare un pantografo.
L’altro giorno è toccato ad Abdesselem El Danaf, investito da un camion della ditta per cui lavorava.
Ci eravamo proprio dimenticati che si muore di lavoro, per il lavoro e nel lavoro.
“O vivremo del lavoro o pugnando si morrà”, cantava Turati un secolo fa… Qui i lavoratori crepano e nemmeno riescono a lottare. Quando ci provano, vengono messi a tacere con repressioni poliziesche e con finte promesse e con il Job act.
Un tempo almeno divenivano nomi e identità da ricordare negli scioperi di massa, generali, a singhiozzo. Oggi tutto tace, nulla si muove e noi continuiamo ad illuderci di vivere in una democrazia. Senza giustizia sociale, senza sinistra, senza comunisti, ma con tanti bravi cantori di odio, populismo e veri cattivi maestri.
(m.s.)
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