Lo sapevate? Se non lo sapete, tra poco lo saprete. Una nuova tessera nel mosaico che via via si compone e che ricalca il panorama della Repubblica di Weimar: esclusione invece di inclusione, distinzione a fini di salvaguardia dell’italianità. A dire il vero, dicono i responsabili, l’abbiamo fatto perché non si creino “classi ghetto”.
Di cosa stiamo parlando? Di due istituti scolastici di Monfalcone, in provincia di Gorizia, che hanno stabilito una convenzione con il Comune secondo cui il tetto massimo dei bimbi “stranieri” negli asili sarà del 45%.
Oltre non si va. Circa una sessantina di ragazzini rischia di essere esclusa dalle scuole del proprio comune, ma per loro ci sarebbe già pronta una soluzione: uno scuolabus che li trasporterebbe in altri istituti di altri comuni limitrofi.
Io avrei un nome esagerato per una situazione che può assurdamente apparire normale in questa Italia decadente, vicina alle soglie del punto di non ritorno per sempre maggiori politiche “esclusiviste”.
Non pronuncerò quel nome, quel concetto. Ma figuratevi la scena, provate ad immaginare questi bambini che salgono sul pulmino e si vedono trasportati fuori dalla loro città, altrove anche se vicino…
Somiglia molto. Non è. Ma somiglia molto ad una…
La parola mettetecela voi. Poi vedremo se era la stessa che avevo e che ho pensato io.
(m.s.)
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