La contraddizione è evidente: da una parte la maggioranza in parlamento grida all’allarme occupazioni, scatenando la guerra tra poveri e innescando l’ennesima spirale repressiva, dall’altra chi è impegnato nella gestione quotidiana delle emergenze sociali invoca misure adeguate alle nuove sfide urbanistiche. Ecco allora che gli amministratori di undici da Bologna insieme all’Anci chiedono un cambio di passo nelle politiche abitative.
Gli assessori di Bergamo, Bologna, Firenze, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Parma, Roma, Torino, Verona formulano cinque proposte. Innanzitutto una legge sull’edilizia residenziale pubblica e sociale, insieme al rifinanziamento del programma di interventi per il recupero degli immobili e delle case popolari e all’assegnazione gratuita ai comuni degli immobili di enti rimasti inutilizzati da destinare al contrasto all’emergenza abitativa e a residenze per studenti.
Poi, il rifinanziamento del Fondo nazionale locazione e del Fondo nazionale morosi incolpevoli, che il ministero della infrastrutture di Matteo Salvini (competente in tema di politiche abitative) ha cancellato con un tratto di penna. «Il tema della casa è tornato a essere un’emergenza sociale – spiega il sindaco di Firenze Dario Nardella – Ci sono molti sfratti, l’aumento degli interessi e quindi dei mutui.
E poi c’è l’esplosione del mercato immobiliare, determinato anche dagli affitti turistici brevi». Si chiede di affrontare il turismo mordi-e-fuggi con una legge di regolamentazione delle piattaforme turistiche. L’iniziativa incontra il favore dai sindacati degli inquilini. «Finalmente le città si muovono – afferma Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione inquilini – È un fatto importante che facciano sentire la propria voce. D’altra parte è proprio sulle città che si abbatte lo tsunami degli sfratti e la pressione del disagio abitativo, drammaticamente alimentati dalle scellerate scelte del governo».
Più in generale, i sindaci lanciano l’allarme sul mantenimento dei servizi essenziali. «Il taglio ai finanziamenti lascia sola Milano e le altre grandi città – sostiene da Milano Beppe Sala – Si è cercato di portare la situazione all’attenzione del governo, con emendamenti alla legge di bilancio. Ma nessuno di questi è stato approvato. Trasporti, welfare, scuola, vengono lasciati scoperti, privi delle risorse aggiuntive che vengono richieste a Roma. Alcuni servizi rischiano di essere tagliati».
Matteo Lepore, sindaco di Bologna, aggiunge alcune voci alla lista di servizi che vengono gestiti a livello municipale e che il governo non sta supportando. «Alcuni aspetti non sono adeguatamente sostenuti – dice Lepore – Penso all’educazione, ad esempio i centri estivi, oppure a casa e sanità. In questi ambiti il governo non ha dato risposte adeguate».
In piena crisi energetica e con l’inflazione galoppante servirebbero misure straordinarie. «L’Anci aveva chiesto delle compensazioni che non sono arrivate – racconta ancora il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – Questo mette in difficoltà le città metropolitane. Un po’ lo avevamo previsto e ci eravamo organizzati per evitare tagli e riduzione dei servizi che per adesso non ci saranno. Ma avremo minore capacità d’investimento».
GIULIANO SANTORO
Foto di Tembela Bohle