Camusso rilancia la «candidatura unitaria» di Landini

Sindacato. Dal congresso della Fiom, che oggi riconfermerà Re David alla guida dei metalmeccanici, la segretaria uscente tende una mano a Colla, candidato della minoranza e affronta anche il tema della fase politica: «Si deve dare rappresentanza al mondo del lavoro. Qualcosa va immaginato anche a lungo termine a sinistra»
Susanna Camusso e Maurizio Landini

Sullo stesso palco del congresso Fiom dove nel 2010 e nel 2014 era stata fischiata, Susanna Camusso rivendica l’aver «ricucito le ferite» di quel tempo e aver lanciato «un processo di riunificazione unitaria» che ha portato alla proposta che sia proprio Maurizio Landini, lo stesso che la contestò quattro anni fa, a prendere il suo posto alla guida della Cgil. E alla fine di quaranta minuti di un intervento che è partito da un’analisi politica innovativa si giunge agli applausi della platea al nome di «Maurizio» – «lo avete applaudito ogni volta che è stato fatto questi due giorni, suvvia», scherza Camusso – e al regalo del giubbotto della Fiom in un abbraccio con Francesca Re David, che oggi verrà riconfermata segretaria generale dei metallurgici della Cgil.

In un quadro politico totalmente mutato – «l’idea di disintermediazione di M5s e Lega è diversa: capiscono solo il linguaggio della contestazione, non del conflitto, e teorizzano una democrazia senza partecipazione, per questo dobbiamo accelerare la richiesta di una legge sulla rappresentanza per far votare e contare i lavoratori» – Camusso arriva a delineare la necessità di «rappresentare il mondo del lavoro in politica»: «lungi da me pensare ad una supplenza della politica, ma qualcosa va immaginato anche a lungo termine a sinistra».

Il palco di Riccione sancisce dunque ufficialmente la ricomposizione fra Fiom e Cgil – basata sulla «costruzione della Carta dei diritti e dei referendum» anti Jobs act che hanno riconnesso la Cgil con il suo popolo («lì abbiamo scoperto la rottura delle persone con la politica e riconquistato la nostra autonomia e credibilità» – e disegna i contorni della nuova segreteria confederale guidata da Landini che continuerà a basarsi su «autonomia e partecipazione». La preoccupazione di Camusso è infatti tutta per la decisione – assai probabile ma non ancora certa – da parte dell’area che appoggia Vincenzo Colla – pensionati, chimici, edili – di esplicitare la propria candidatura nel Direttivo Cgil del 20 dicembre. Si arriverebbe così ad una spaccatura formalizzata e a due liste che appoggiano lo stesso documento congressuale, una prima volta paradossale visto che «Il lavoro è» ha ricevuto il 98% dei voti nelle assemblee sui luoghi di lavoro.

L’unico modo per motivare una decisione del genere sarebbe l’affermare che Vincenzo Colla rappresenta meglio di Maurizio Landini il documento stesso. E allora Camusso fissa paletti ben precisi per spiegare la sua scelta e per inviare un messaggio di pace alla nuova minoranza, spaventata da una Cgil «fiomizzata». «L’unità non è un processo di colonizzazione, il processo unitario è collettivo: l’unità in questi anni è stata costruita non perché si sono messe bandierine ma perché c’è stata una elaborazione comune». E allora «niente uomo solo al comando», ma «gestione collettiva» e «pluralismo anche in segreteria». La proposta di Landini è spiegata come «il risultato del lavoro della segreteria confederale» che «come squadra ha lavorato bene e dovrà continuare a farlo» ed è stata fatta ««a fine congresso per evitare che la scelta del nuovo segretario fosse discussa solo sulla stampa».

La conclusione è un altro chiaro messaggio a Vincenzo Colla: «Bisogna sentirsi a disposizione dell’organizzazione e non pensare che l’organizzazione è a tua disposizione». Si vedrà giovedì prossimo se l’invito avrà sortito effetto.

L’elezione del nuovo segretario della Cgil avverrà a Bari a fine gennaio con un meccanismo complesso. Il congresso formato da circa 800 delegati – quasi totalmente eletti e fra i quali i pro-Landini dovrebbero essere in maggioranza di circa cento – eleggerà la nuova Assemblea generale che a sua volta eleggerà il nuovo segretario. È qui che i delegati si troverebbero chiamati a votare su due liste contrapposte, nonostante entrambe appoggino lo stesso documento congressuale.

Oggi intanto Francesca Re David sarà confermata segretaria generale della Fiom. È il penultimo segretario di categoria dopo l’avvicendamento ai precari del Nidil con Andrea Borghesi (e il ritiro della «colliana» Sabina Di Marco) e la conferma di Ivana Galli agli agroalimentaristi della Flai: l’ultimo sarà da lunedì a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) Francesco Sinopoli della Flc, lavoratori della conoscenza. A metà gennaio toccherà a Ivan Pedretti, leader dei pensionati.

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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