L’Italia rischia una procedura di infrazione per le norme sulla caccia. Lo denunciano le associazioni ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia che danno notizia della lettera della Direzione generale Ambiente della Commissione Ue che ha chiesto con «toni perentori» all’Italia di «rispettare gli obblighi e le tutele delle direttive habitat e uccelli».
Il richiamo si riferisce all’approvazione dell’emendamento «caccia selvaggia» nella legge di Bilancio con cui governo e parlamento «hanno reso possibile di consentire ai cacciatori di abbattere gli animali selvatici anche nelle aree protette e nei periodi in cui la caccia è vietata». Scelte «filovenatorie del governo Meloni – scrivono – che mettono l’Italia a rischio infrazione».
La Commissione ha formulato domande molto specifiche alle quali il governo dovrà dare risposte entro le prossime quattro settimane. «La norma si pone in aperto contrasto sia con le direttive europee sia con la Costituzione italiana».
Le sei ong ricordano che ogni anno le Regioni approvano «calendari venatori che dopo essere impugnati dalle associazioni ambientaliste vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai giudici amministrativi per violazione dei principi di tutela ambientale».
«Avevamo detto che le norme volute dalla maggioranza sarebbero state pericolose sia per l’incolumità delle persone che per la tutela della biodiversità. Il monito Ue si sarebbe potuto evitare se ci avessero ascoltato ma i nostri emendamenti sono stati bocciati», commenta l’ex ministro e ora deputato M5s Sergio Costa.
RED.
Foto di Anna Hinckel