Siccome le banche private italiane sono in “affanno” e, pur non essendo – a detta anche del ministro Padoan – comunque una situazione critica – il soccorso che spetta loro non è l’investimento di qualche privato che mette in essere un rischio di impresa, di capitalizzazione di una impresa, in questo caso…
No, il soccorso deve essere pubblico, deve venire dallo Stato italiano. Così, come è sempre stato: le banche si nutrono dei nostri risparmi, li investono male, perdono capitali nella concorrenza che è sempre concorrenza sleale in quanto è concorrenza e, poi, piangono calde lacrime davanti ai gradini della Banca d’Italia.
Così vanno le cose da molto, molto tempo. E mentre questo accade, il governo si preoccupa se iniziare una discussione sullo “spacchettamento” dei quesiti contenuti nel referendum (in)costituzionale.
Così vanno le cose… Si sta in sella un po’ per non morire e un po’ per garantire i privilegi e i profitti della grande concorrenza finanziaria… che mette in “affanno” le banche italiane.
Bel lavoro, vero?
(m.s.)
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