• La memoria dei desaparecidos. Intervista a Marco Bechis

    La sua vita potrebbe essere la sceneggiatura di un film. Nato a Santiago del Cile il 24 ottobre 1955, cresciuto tra Brasile, Italia e Argentina, voleva fare il maestro elementare, ma, a causa della militanza politica, venne sequestrato il 19 aprile del 1977 e imprigionato in uno dei tanti,...
  • Jorge Sanjinés. Dal Che a Evo Morales

    Gli Stati Uniti hanno sempre considerato il centro e sud America “il giardino di casa” e per gli USA avere una Rivoluzione nel giardino di casa era, ed è, intollerabile. Un anno prima della Baia dei porci, il 4 marzo 1960, ci fu un attentato nel porto de L’Avana....
  • Lea Deutsch. E adesso sono nel vento

    Nella lingua dell’ideatore, l’artista berlinese Gunter Demnig, si chiamano Stolpersteine. Nel nostro Paese sono conosciute come “Pietre d’inciampo”, blocchetti di pietra (i classici “sampietrini”) con una lamina di ottone che, inseriti nei selciati di diverse città, ricordano con i nomi delle vittime le deportazioni e i crimini nazisti. La...
  • Auguste e Louis Lumière. Dove tutto cominciò

    L’Ottocento è il secolo delle grandi invenzioni, quelle che ci hanno portato nel futuro. Dalla pila alla lampadina, dalla macchina da scrivere al grammofono, dalla fotografia al frigorifero, dall’automobile alla radio. In quei cento anni vennero anche codificate le moderne regole di calcio e tennis (su quest’ultimo consiglio il...
  • Jacques Tati. Nella confusione del mondo

    TERZA PARTE Buster Keaton, che di cinema se ne intendeva, disse “Tati comincia laddove noi ci eravamo fermati”. Un irraggiungibile complimento anche perché quel “noi” era riferito allo stesso Keaton, a Charlie Chaplin, a Harold Lloyd, a Harry Langdon. Al meglio del cinema comico muto statunitense. Anche Tati faceva...
  • Jacques Tati. Monsieur Hulot

    SECONDA PARTE Domanda e offerta sono la base di ogni regola commerciale. Spesso anche in ambito cinematografico, ma questa regola non vale per artisti quali Jacques Tati. François le facteur in due soli film era diventato una sorta di “eroe nazionale”. Il pubblico voleva rivederlo, i produttori volevano “sfruttarlo”,...
  • Jacques Tati. François le facteur

    PRIMA PARTE Nella storia del cinema francese, così come in altre, ogni regista può essere ricondotto ad una precisa fase cinematografica. Auguste e Louis Lumière, Alice Guy, Georges Méliès furono i pionieri della “settima arte”. Abel Gance, Germaine Dulac, René Clair rappresentarono il cinema d’avanguardia. Renoir, Vigo, Carné divennero...
  • Far parlare le immagini. Intervista a Maurizio Nichetti

    Tra gli anni settanta e gli anni ottanta nelle sale italiane si affacciò e si affermò una nuova generazione di comici che aveva nei dialoghi, nel parlato, nella lingua il punto di forza. Basti pensare all’irruenza verbale di Roberto Benigni, alla toscanità verace di Benvenuti e Nuti, alla stralunata...
  • Reds. John Reed e i comunisti americani

    Gli Stati Uniti quando hanno la possibilità di finanziare golpe militari o di intervenire per soffocare giovani rivoluzioni sono sempre in prima fila. Ci provarono anche durante la Guerra civile russa, che seguì la Rivoluzione d’Ottobre, sostenendo l’Armata Bianca di Aleksandr Vasilievič Kolčak. Un intervento, quello contro la giovane...
  • Ricomincio da tre. La commedia diventa intimista

    Tra la metà degli anni ’70 e i primi anni ’80 i protagonisti della cosiddetta “commedia all’italiana”, capace di registrare e segnare i costumi del Paese per oltre un decennio, passarono il testimone ad una nuova generazione di attori, registi, autori che definirono un nuovo modo di intendere la...
  • Dipende tutto da te. Tra Ken Loach e Neorealismo

    Dai tempi de La classe operaia va in paradiso il mondo del lavoro è cambiato molto. Sostanzialmente in peggio. Meno diritti, meno garanzie, più incertezza, più flessibilità. Come se non bastasse negli ultimi anni si è affermata la cosiddetta “gig economy” che la Treccani descrive come “Modello economico basato...
  • Soul of the Lands. L’anima delle terre

    La forza dell’arte è anche quella di saper raccontare e descrivere la vita e le tradizioni di popoli lontani. Il cinema, in questo, ha una possibilità in più: quelle vite e quelle tradizioni le può mostrare. Da Robert Joseph Flaherty (Nanook of the North: A Story of Life and...
  • Il giovane cinema curdo e la Samko Brothers. Intervista a Saman Hosseinpuor

    available in English Il Kurdistan è un vasto altopiano tra Turchia, Siria, Iraq e Iran. Ma dalla fine dell’impero Ottomano quell’elemento da geografico è diventato geopolitico: esiste una etnia curda, non esiste uno stato curdo. Tuttavia anche senza una nazione quel popolo, che ha subito guerre, repressioni, migrazioni, vanta...
  • Raymundo Gleyzer. Desaparecido nell’Argentina di Videla

    Se c’è un luogo che può rappresentare la resistenza e la lotta contro le dittature sudamericane, quelle dell’Operazione Condor voluta dalla CIA, quel luogo è senza dubbio Plaza de Mayo a Buenos Aires. In quello spazio, su cui si affaccia la “Casa Rosada” (la sede del potere politico argentino),...
  • Notte e nebbia. Filmare l’orrore

    Nacht und Nebel. Queste le parole utilizzate dai nazisti per definire i prigionieri politici che, in base al decreto “Richtlinien für die Verfolgung von Straftaten gegen das Reich oder die Besatzungsmacht in den besetzten Gebieten” (“Direttive per la repressione dei reati commessi contro il Reich o contro le forze...
  • Luchino Visconti. Il conte rosso

    TERZA PARTE La storia del cinema è ricca di pagine dedicate alle relazioni sentimentali tra un regista e la sua musa ispiratrice, basti pensare a Roberto Rossellini e Ingrid Bergman o a Michelangelo Antonioni e Monica Vitti, ma quando l’amore è omosessuale quelle pagine si riducono a pochi paragrafi....
  • Luchino Visconti. Tutto cambia perché nulla cambi

    SECONDA PARTE Il Neorealismo nacque spontaneamente, senza avere, a contrario di altre correnti cinematografiche, un manifesto di riferimento o regole codificate. Come ovvio, tuttavia, le pellicole riconducibili a quella stagione, che vantava le radici nei romanzi di Giovanni Verga, nei film di Elvira Notari e in quelli del Realismo...
  • Luchino Visconti. Nascita e fine del Neorealismo

    PRIMA PARTE Per le dittature il cinema è sempre stato un importante strumento di propaganda. L’Italia fascista non fece eccezione. Benito Mussolini, infatti, investì molto sulla settima arte. Da una parte potenziò la struttura, basti pensare all’Istituto Luce fondato nel 1924, alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia inaugurata...
  • Dita Parlo. Da Vigo e Renoir all’accusa di collaborazionismo

    Con l’occupazione nazista della Francia e la nascita del Governo di Vichy anche il cinema subì pesanti conseguenze. La magnifica stagione del realismo francese, che aveva prodotto i capolavori di Jean Renoir, Marcel Carné, Jean Vigo, Julien Duvivier, fu di fatto cancellata. Tra il 1940 e il 1944 vennero...
  • Un’italiana ad Hollywood. Intervista ad Anna Giudice

    Da Cristoforo Colombo che la “scoprì”, ad Amerigo Vespucci che le diede indirettamente il nome, l’Italia ha sempre avuto un forte legame con l’America. Legame consolidato nei primi venti anni del secolo scorso quando circa quattro milioni di italiani approdarono sulle coste dell’Atlantico in cerca di fortuna. Da quell’immigrazione...
  • Non ci resta che piangere. Il puro piacere del divertimento

    Ridere fa bene alla salute. Per anni a dirlo, prima ancora di autorevoli studi scientifici, era bastato l’antico proverbio “Il riso fa buon sangue”. Ma ridere ha sempre fatto bene anche al botteghino. Da Fantozzi ad Amici miei, dai cosiddetti “cinepanettoni” a Checco Zalone, i film comici hanno sempre...
  • Profondo rosso. La paura fa novanta

    Nella ricchissima cinematografia italiana tra gli anni ’60 e ’70, tra le opere di Federico Fellini e quelle di Michelangelo Antonioni, tra le commedie di Mario Monicelli e gli ultimi film di Luchino Visconti, tra le inquietudini di Marco Ferreri e il mondo di Bernardo Bertolucci, tra i film...
  • Il lungo addio. Il noir diventa critica al sistema

    Dopo lo straordinario successo di M*A*S*H Robert Altman continuò, indipendentemente dai generi cinematografici attraversati, a muovere una forte critica alla società americana. Nel singolare e suggestivo Brewster McCloud (Anche gli uccelli uccidono, 1970), che segnò l’inizio della carriera di Shelley Duvall (poi indimenticabile in Shining di Kubrick), descrisse l'”impossibilità...
  • Berlinguer ti voglio bene. La dimensione genitale e l’utopia comunista

    Dalle origini ai giorni nostri, coppie di fratelli e sorelle hanno scritto a quattro mani pagine importanti della storia del cinema. Basti pensare a Auguste e Louis Lumière, Paolo e Vittorio Taviani, Antonio e Pupi Avati, Carlo ed Enrico Vanzina, David e Jerry Zucker, Jean-Pierre e Luc Dardenne, Joel...
  • Vito con i Suoi… film. Intervista a Stefano Bicocchi

    In un mondo di “protagonisti” la figura del caratterista è fondamentale. Come scrisse il critico Ermanno Comuzio: “Caratterista vuol dire per noi quell’attore che riveste un carattere umano, che incarna un personaggio vivo e non una macchietta, quell’attore che abitualmente non ricopre parti di protagonista, ma che è dotato...
  • L’ora dei forni. Ispirato a Fanon, dedicato al Che

    Può un evento, anche minimo, in un luogo del Pianeta influenzarne altri a migliaia di chilometri di distanza? Si, almeno secondo il matematico Edward Lorenz. Lo studioso sviluppò, infatti, un modello meteorologico secondo cui anche un piccolo cambiamento nelle condizioni iniziali creava un risultato significativamente diverso. Dopo un saggio...
  • Shoah. La memoria dell’orrore

    Sette milioni di civili sovietici (inclusi oltre un milione di ebrei), sei milioni di ebrei, tre milioni di prigionieri di guerra sovietici, due milioni di civili polacchi, ucraini e bielorussi non ebrei, 300000 civili serbi, 250000 rom e sinti, 250000 disabili, 150000 massoni, 70000 criminali comuni e individui definiti...
  • Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Stalin il terribile

    TERZA PARTE Stalin era alla ricerca costante di supporti storico-culturali funzionali al culto della sua personalità. Anche il cinema doveva adeguarsi esaltando la figura di eroi individuali. Vennero così realizzati Pëtr pervyj (Pietro il Grande, 1937 e 1939) di Vladimir M. Petrov, Šcors (1939) di Dovženko, Minin i Požarskij...
  • Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Prospettiva Nevskji

    SECONDA PARTE Negli anni venti in Unione Sovietica vennero realizzate oltre 800 pellicole a soggetto. Non tutte erano, ovviamente, firmate da Kulešov, Ėjzenštejn, Pudovkin o Dovženko, la produzione, infatti, includeva anche numerosi film di intrattenimento, comunque privi di dannose deviazioni ideologiche. Film di successo. Il più noto, Medvezhya svadba...
  • Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Sua Maestà

    PRIMA PARTE Negli anni Venti del Novecento in Russia venne messo in pratica un decreto datato 27 agosto 1919 che riguardava la nazionalizzava dell’industria cinematografica. Il provvedimento fu attuato prima a Mosca, dal 15 gennaio, poi nel resto dello sterminato Paese. Fu la fine del cinema privato che aveva...
  • Claudio Gianetto. Attore, doppiatore, comunista

    Il sonoro cambiò profondamente anche il modo di fare cinema. Se alcuni Paesi si “limitarono” a sottotitolare i film d’importazione, in altri nacquero autentiche scuole del doppiaggio. Una delle più importanti era e continua ad essere quella italiana che si sviluppò negli anni trenta (prima di allora le Major...
  • Ed Wood. Il peggior regista di tutti i tempi

    Chi è stato il più grande regista della storia? La domanda è affascinante, ma di difficile risposta. Tuttavia si potrebbe provare a fare una rosa di nomi al cui interno si trova il più grande che, tra critica e pubblico, può variare tra epoche diverse, latitudine e longitudine, gusti...
  • Dillinger è morto. L’assurdo quotidiano

    Il cinema italiano dopo la straordinaria stagione del Neorealismo, arrivò tardi, rispetto ad esempio alla Francia, alle “nuove ondate” che stavano caratterizzando il cinema europeo. All’involuzione politica e sociale dell’Italia democristiana, corrispose, infatti, un’involuzione contenutistica e formale del cinema. I primi grandi film di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni,...
  • Dillinger. Un gangster in piena New Hollywood

    La New Hollywood, stagione tra le più ricche e innovative della storia del cinema aperta simbolicamente da Easy Rider, portò all’affermazione di una generazione di registi ancora oggi conosciuta e amata dal grande pubblico. Basti pensare a Martin Scorsese, Steven Spielberg, Brian De Palma, Francis Ford Coppola, Woody Allen...
  • Storie mai raccontante. Intervista a Mario Molinari

    Il giornalismo è stato più volte portato sul grande schermo. Il cinema ha, infatti, raccontato importanti inchieste, da ricordare Tutti gli Uomini del Presidente (1976) con Dustin Hoffman e Robert Redford sullo scandalo Watergate o Il Caso Spotlight (2015) di Thomas McCarthy con Mark Ruffalo e Michael Keaton sulla...
  • Easy Rider. Nati per essere selvaggi

    Il Paese capitalista per eccellenza, gli Stati Uniti d’America, dalla prima metà degli anni sessanta era stato attraversato da importanti lotte: dalle proteste contro la Guerra in Vietnam a quelle per la libertà di parola nelle università, su tutti lo straordinario movimento “Free Speech Movement” a Berkeley, animato tra...