Alla fine Federmeccanica ha ceduto: aumento sopra i 100 euro seppur allungando la vigenza del contratto di sei mesi in più, a giugno 2024.
Si è conclusa così la trattativa non stop per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici scaduto nel 2019. Dopo oltre un anno, ieri alle 18 e 30 si è arrivati alla firma dell’ipotesi di accordo che sarà sottoposta al voto dei lavoratori: 1,6 milioni di persone che nell’epoca dell’euro non avevano mai visto aumenti a tre cifre.
Si tratta del secondo rinnovo unitario dopo quello del 2016 che però dal punto di vista salariale fu molto magro, spostando gli aumenti in buona parte sul welfare aziendale, specialmente sulla sanità integrativa.
Questa volta la piattaforma unitaria di Fim, Fiom e Uilm aveva puntato fin dall’inizio ad un aumento salariale forte, tutto incentrato sull’aumento dei minimi. Dai 146 euro richiesti si è giunti ad una mediazione più che soddisfacente per i sindacati, specie se valutata rispetto alla contrarietà sempre espressa dal nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi che appena eletto aveva contestato la firma del contratto dell’industria alimentare, anch’esso a tre cifre: 112 euro.
Si tratta quindi dell’ennesima sconfitta del nuovo capo degli imprenditori che ad inizio mandato vaneggio di aumenti salariali slegati dall’orario di lavoro.
Il contratto sottoscritto ieri alla sede di Confindustria a Roma in via dell’Astronomia – prima trattativa in presenza da mesi – è importante anche per la riforma dell’inquadramento, datata 1973.
Nello specifico quattro le tranche di aumento a giugno di ogni anno: 25 euro per il 2021, 25 euro per il 2022, 27 euro per il 2023 e 35 euro per il 2024. A questi aumenti si aggiungono i 12 euro dell’indice Ipca (inflazione senza componente energia) sui minimi da giugno 2020 per effetto dell’ultrattività dovuta alla struttura del contratto precedente. Confermati, inoltre, 200 euro l’anno di «flexible benefit»: welfare aziendale. Come detto, oltre la parte salariale, si va alla riforma dell’inquadramento professionale con tra l’altro l’eliminazione del primo livello.
«Il contratto è per noi un risultato straordinario», commenta a caldo la segretaria generale della Fiom Francesca Re David. «Il cuore del rinnovo è rappresentato dall’aumento del salario e dalla riforma dell’inquadramento professionale», sottolinea Re David, evidenziando che «al termine di una lunga mediazione è stato definito un aumento salariale di 100 euro per il terzo livello e di 112 euro per il quinto livello sui minimi contrattuali per il periodo che va dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2024. Con il nuovo contratto – prosegue – abbiamo realizzato l’aggiornamento e la revisione dell’inquadramento professionale adeguandolo alle profonde trasformazioni tecnologiche ed organizzative: a partire dal 1 giugno del 2021 e migliaia di lavoratori passeranno nell’attuale secondo livello». Questa mattina si riunirà il Comitato centrale della Fiom-Cgil e dopo la riunione degli organismi unitari, «l’ipotesi di accordo verrà illustrata nelle assemblee nei luoghi di lavoro e, infine, sottoposta al referendum vincolante tra tutte le lavoratrici e i lavoratori», conclude Re David.
«È stato un contratto difficilissimo, forse uno dei più difficili degli ultimi decenni, tra pandemia, una crisi economica e sociale a cui si aggiunge oggi anche quella politica. I metalmeccanici con questo contratto danno una grande risposta di fiducia e stabilità al paese intero», afferma il segretario generale Fim-Cisl, Roberto Benaglia. «In questo contesto abbiamo portato a casa, per 1 milione e 600 mila lavoratori, un risultato straordinario sia sul piano salariale, il doppio dell’Ipca prevista, ma soprattutto per la riforma degli inquadramenti professionali», sottolinea. Un contratto «importantissimo perché punta a far ripartire l’industria metalmeccanica premiando il valore del lavoro».
«Oggi i metalmeccanici fanno la storia rinnovando il miglior contratto degli ultimi anni – festeggia il leader Uilm Rocco Palombella – . Con l’intesa finalmente raggiunta abbiamo ottenuto 112 euro di incremento salariale in linea con le nostre aspettative e la piattaforma Fim Fiom Uilm, un obiettivo ambizioso che abbiamo perseguito fino alla fine», chiude Palombella.
«La nostra volontà è sempre stata chiara: fare il contratto – commenta il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz – . Dopo un confronto serrato ma costruttivo abbiamo trovato la chiave per un rinnovo che rispettasse le due condizioni per noi imprescindibili: continuità e sostenibilità».
Soddisfatti anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Landini, Furlan e Bombardireri: «Un ottimo segnale per il paese».
MASSIMO FRANCHI
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