In fondo posso dire di essere stato sufficientemente intelligente, concreto e cosciente da prevedere cosa fosse Forza Italia e non votarla pensando che fosse “rivoluzionaria”.
Avrò sbagliato nel pensare che l’Ulivo fosse il “meno peggio”. Avrò sbagliato nel ritenere che Rifondazione Comunista potesse avere un ruolo efficace nel coacervo di forze de “l’Unione”.
Ma dopo più di vent’anni dal primo inganno da destra verso sinistra, dopo le sirene ammalianti per operai e casalinghe da parte di Berlusconi, Bossi e affini, non mi sono nemmeno fatto ingannare questa volta pensando che il Movimento 5 Stelle avesse un carattere “rivoluzionario” in sé.
Ne ho riconosciuto i tratti distintivi di destra direi quasi ante-litteram e mi permetto di andarne orgoglioso ma anche di esserne triste vista la brutta fine che hanno fatto tante compagne e tanti compagni che hanno ritenuto di trasferirsi armi e bagagli dal colore rosso al colore giallo.
Ho scritto per anni parlando di “tre destre”, quando anche alti livelli del mio Partito volevano dialogare con i grillini per stabilire un asse impossibile tra forze antifasciste e anticapitaliste e un movimento che è organico al liberismo e funzionale alla “pace sociale”.
Spero che i tanti errori che abbiamo commesso a sinistra, come comunisti, possano essere rimediati ora: ora che ogni orpello è tolto e che ogni velo è levato.
Tre rimangono le destre: due stanno andando al governo del Paese (forse…). E una, unita da una bizzarra esclusione da parti opposte, farà finta di opporsi in Parlamento ai provvedimenti dell’esecutivo.
Tre rimangono le destre.
Manca la sinistra comunista, manca il cuore vero dell’opposizione.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay