Il ministro dell’Interno ha evocato (anzi, invocato!) gli arresti per i deputati, quindi per i rappresentanti della Nazione, che sono a bordo della Sea-Watch 3. Poi ha smentito di aver mai scritto quel post, ma un deputato di +Europa ha risposto proprio al “tweet” in oggetto e i quotidiani nazionali hanno tutti riportato su Internet il cinguettio salviniano.
Si sta ampiamente sottovalutando questo ulteriore salto di degrado antidemocratico e autoritario che viene fatto da un esponente del governo che chiede l’arresto di parlamentari in carica per… quale reato?
E qualora avessero anche commesso un reato, non spetta al governo chiedere l’arresto di deputati e senatori della Repubblica, ma alla magistratura che, come nel caso dello stesso ministro in questione, avanza la richiesta ad una delle Camere.
Se un ministro da oggi in poi può chiedere l’arresto dei deputati senza che si sollevino i poteri di garanzia della Costituzione e dello Stato di diritto, esiste un problema e quel salto di qualità di cui si diceva all’inizio è già stato fatto.
Per molto meno del caso Diciotti, per una questione di dignità personale e politica (quindi molto di più rispetto ai valori dei sovranisti) Umberto Terracini chiese di farsi processare per l’accusa che gli veniva mossa di “vilipendio alle Forze Armate dello Stato“, dopo che sulle colonne di “Rinascita” (rivista culturale e politica del Partito Comunista Ialiano) aveva criticato il comportamento di queste nell’omicidio di Franco Serantini, giovane anarchico ventenne, a Pisa nel 1972.
La Giunta per le autorizzazioni a procedere, presieduta dal democristiano Bettiol, apprezzò la volontà di Terracini di rinunciare all’immunità parlamentare ma ritenne di non poterla accettare in quanto le opinioni del senatore comunista erano “materia privilegiata tutelata e garantita dalla Costituzione della Repubblica“: era libertà di espressione e di critica. Ciò che oggi i sovranisti, neofascisti moderni, non mettono nemmeno all’ombra del falso concetto positivo di “tolleranza”.
I tempi di Terracini sono passati, ma la Costituzione invece è ancora lì.
Ed a memoria d’uomo, l’arresto di deputati su richiesta del governo risale ai tempi del fascismo, non certo alla storia tortuosa ma pur sempre democratica della Repubblica Italiana.
Fate voi…
(m.s.)
foto tratta da Pixabay