Oltre a festeggiare la Repubblica Italiana, la sua Costituzione e riprendere in mano le radici della memoria che ci hanno portato, nonostante tutto, a far evolvere alcuni aspetti sociali e civili di uno Stato nato male e cresciuto peggio, il 2 giugno mi è caro perché mi fa ripensare a Rino Gaetano.
Purtroppo moriva oggi, a causa di un incidente stradale. Ci ha lasciato in eredità uno squarcio aperto sulla lucida follia della fuga mentale dal quotidiano presente che ci divora l’animo, che non ci lascia spazio alla fantasia, che ci incattivisce e che ci fa diventare crudeli, sadici, spietati. In una parola: disumani.
Rino, forse impropriamente, e me ne scuserà se da qualche parte vaga l’anima sua e capita su queste parole, lo ascolto insieme a I Nomadi, a Guccini, a Fabrizio De Andrè, ai Gang ed anche ai Litfiba.
Peregrino musicalmente da Paolo Pietrangeli ad Ermal Meta. Peregrino alla ricerca di un suono associato ad un pensiero che mi faccia ubriacare di quella bella follia, di quel nonsense che mi ha anestetizzato le ferite del vivere e che mi ha aiutato a vivere.
Grazie Rino. Ovunque tu sia e anche se tu non sia ovunque.
(m.s.)
foto tratta da Wikipedia