Lo sciopero generale dei driver e dei dipendenti delle aziende associate a Assoespressi indetto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, sarà organizzato nel giorno strategico per Amazon, il Black Friday di venerdì 26 novembre, un momento redditizio usato ogni anno per lanciare la volata al natale degli acquisti sulla potente piattaforma di e-commerce.
Il tentativo di bloccarla è stato spiegato con la richiesta di abbassare carichi e ritmi di lavoro, divenuti insostenibili, e di ridurre l’orario di lavoro settimanale dei driver.
I carichi possono arrivare fino a 200 pacchi al giorno, con 130-140 stop da effettuare in 8-9 ore, in base a un algoritmo che si aggiorna pacco dopo pacco sul palmare in dotazione ai driver e che, in ragione del traffico, traccia il viaggio più veloce senza ammettere pause. L’orario settimanale arriva invece a 44 ore, troppe secondo la Filt Cgil e gli altri sindacati che puntano a ridurle per il momento almeno a 42, con l’obiettivo finale di arrivare a 39.
Lo sciopero intende «dare continuità occupazionale a tutto il personale, in occasione dei cambi di appalto e di contratto» sostengono i sindacati. Va ridotta la responsabilità scaricata sulle spalle dei driver in casi di danni e franchigie, mentre va aumentato il valore della trasferta e introdotto il premio di risultato. Altro punto è garantire la normativa sulla privacy, la gestione dei dati ed il controllo a distanza «escludendo – precisano i sindacati – ogni ripercussione di carattere disciplinare».
I lavoratori Amazon sono circa 12 mila in Italia. Il picco produttivo raggiunto alla fine di ogni anno può coinvolgere altri 3-4 mila stagionali chiamati «natalini».
Solo nel 2020, nella seconda ondata della pandemia, il Black Friday e la sua scia rappresentata dal Cyber Monday (il lunedì successivo agli sconti per tutti) è stato il migliore di sempre per le piccole e medie aziende che usano la piattaforma digitale di Amazon. Hanno registrato una crescita delle vendite del 60% rispetto al 2019 superando i 4,8 miliardi di dollari a livello mondiale. In Italia sono stati venduti 203 prodotti al minuto.
«I corrieri «sono assunti da fornitori di servizi di consegne al livello G1 del contratto trasporti e logistica con un salario d’ingresso pari a 1.658 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, e oltre a 300 euro netti mensili come indennità giornaliera – ha risposto duramente Amazon – Nel caso in cui non si rispettino le nostre aspettative e stia violando le normative vigenti adottiamo i rimedi contrattualmente previsti, inclusa l’interruzione del rapporto contrattuale – annuncia l’azienda – Quando si verificano queste situazioni, ci adoperiamo affinché i corrieri di un fornitore di servizi possano comunque continuare il loro lavoro attraverso il nuovo fornitore che subentrerà per occuparsi delle consegne».
ROBERTO CICCARELLI
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