La battaglia contro il silenzio di Stato sulla morte in stage di Lorenzo Parelli (oggi si terranno i funerali a Morsano di strada, Udine) è sostenuta con commovente determinazione dagli studenti che ieri hanno occupato i licei Gioberti di Torino, il Vittorio Emanuele di Napoli il Copernico e Laura Bassi di Bologna. Venerdì prossimo, dopo le cariche contro gli studenti a Roma (il 23 gennaio) Torino, Milano e Napoli (il 28) ci saranno nuove manifestazioni mentre cresce la protesta contro la decisione unilaterale del ministro dell’Istruzione Bianchi sulle regole della maturità dal 22 giugno.
Dopo Sinistra Italiana ieri anche il Pd e Leu hanno chiesto alla silente ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di spiegare le manganellate contro gli studenti. Appuntamento giovedì nella conferenza dei capigruppo della Camera. Anche nelle forze di maggioranza potrebbe circolare un dubbio: il loro governo intende continuare a pestare gli studenti che chiedono lo stop all’alternanza scuola lavoro e il ripensamento globale della scuola neoliberale? «Quanto ancora dovremmo aspettare prima che il governo spieghi perché le forze dell’ordine hanno terrorizzato, manganellato e ferito dei giovani – chiede Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) – Mi vien da pensare che qualcuno lavora affinché i ragazzi restino chiusi nelle proprie stanze connessi al telefonino».
«Manifestazioni totalmente pacifiche di ragazzini di 14,15 e 16 anni, che protestavano perché un loro coetaneo è morto sul lavoro, sono finite con cariche di poliziotti in tenuta da invasione aliena. Perché?» ha scritto il cantante J-ax su Instagram. «Quando le istituzioni usano contro di noi la violenza vuol dire che siamo dalla parte giusta – sostiene una studentessa torinese – Non ci facciamo abbindolare dalle lacrime di coccodrillo della politica che ha deciso l’alternanza scuola-lavoro, a molti di noi non piace ma la facciano perché dobbiamo, chiunque di noi poteva essere sotto quella putrella che ha ammazzato Lorenzo».
Gli studenti feriti dalle manganellate di venerdì scorso a Torino stanno valutando se presentare un esposto in Procura. «Stiamo raccogliendo referti e testimonianze, si è raggiunto un punto intollerabile – dicono – Le loro sono lacrime di coccodrillo sono complici della morte di Lorenzo. Faremo di tutto perché questo febbraio e questa primavera diventino il febbraio e la primavera calda degli studenti». Il sindaco di Torino Lo Russo ha commentato: «Voglio una città dove non volino i manganelli».
A Bologna la protesta riguarda anche «la gestione delle misure per contenere i contagi da coronavirus nelle nostre scuole. Nelle aule manca la distanza di sicurezza e, per seguire il tracciamento dei contagi, c’è solo una insegnante per 1.480 studenti e che non lavora nel week end» dicono gli studenti dal Sant’Isaia. Poi c’è il mistero degli strannunciati fondi del «Piano di ripresa e resilienza» (Pnrr) sulla scuola. Gli studenti vogliono dire la loro sull’impiego. Resta da capire se il governo Draghi, che non parla con nessuno, li ascolterà.
Sulla maturità, quanto pare, non lo ha fatto. «Eravamo nel forum ad ottobre, quando Bianchi disse che sull’esame di maturità avrebbe coinvolto le associazioni; invece per ben 4 mesi non siamo mai più stati convocati – racconta Luca Redolfi (Uds) – È come se il ministero vivesse una realtà parallela al mondo della scuola. È inconcepibile la sordità ministeriale alle difficoltà psicologiche oltre che di apprendimento degli studenti. È la chiusura all’ascolto di chi la scuola la vive tutti i giorni. Colpisce la mancanza di volontà di questo ministero e del governo nel non voler sentire le parti sociali del paese. E questo è anche un problema democratico».
Per il presidente dell’associazione nazionale dei presidi (Anp) Antonello Giannelli «sarebbe bastata una prova scritta e il colloquio anche strutturato con la tesina come si è fatto negli ultimi anni».«il ritorno alla normalità deve essere graduale» visto che i ragazzi che quest’anno sosterranno gli esami «si sono fatti tutto il triennio» in pandemia e tanta Dad. «Ci auguriamo che il ministro ci ripensi e tolga la seconda prova agli esami di maturità».
ROBERTO CICCARELLI
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