Pare che 4,5 milioni di occupati siano insoddisfatti circa il loro lavoro. E’ una cifra che emerge da uno studio della Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” della CGIL. Un elemento che si aggiunge al desolante aspetto complessivo del mondo precario e del non-lavoro.
Sembra che il motivo dell’insoddisfazione sia proprio quello che oggi viene definito un’anticaglia, un ferrovecchio del passato… il posto fisso. Ai contratti a tempo determinato, i lavoratori preferirebbero quelli a tempo indeterminato.
Come dare loro torto! E’ una vita che ci battiamo per far rinascere questa voglia, questa propensione a vedere nel lavoro non qualcosa che si può agevolmente (peraltro non è così) cambiare senza pericoli di diminuzione del salario o di irreperibilità di un nuovo posto…
Qualcosa inizia ad emergere… Magari non sarà ancora “coscienza di classe”, ma un po’ di coscienza su ciò che sarebbe meglio è già, per l’appunto, meglio di niente.
(m.s.)
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