Nell’ormai passato anniverasio di nascita del PCd’I, c’è ancora qualche comunista che, definendosi tale, pensa di rivendicare il socialismo reale come forma di comunismo applicato o applicabile.
Ciò che stava al di là del muro berlinese, dunque, della cortina di ferro churchilliana era bontà per i lavoratori e i proletari.
Ma al di là del muro non c’era il comunismo. Non possiamo lasciare ai teorici del liberismo e del mercato la critica in merito al socialismo reale. Dobbiamo essere in grado di farla noi e di essere quanto più spietatamente critici possiamo per recupare un alto valore dell’etica egualitaria che è alla banse del movimento comunista.
Va detto una volta per tutte: al di là del muro c’era un capitalismo di stato, regimi oppressivi che hanno via via negato, con le loro contraddizioni, la possibile simbiosi tra socialismo e libertà.
Non mi interessa tanto il concetto di “democrazia” modernamente inteso.
Preferirei superare la democrazia con il comunismo, con una società senza bisogno di deleghe popolari a nessun potere.
Mi rendo conto che il salto è complicato anche per certi comunisti che ambiscono ancora a conquistare il potere per cambiare la cose.
Dovremmo conquistare il potere per distruggere il potere. Solo così si farà strada ad un movimento davvero reale e concreto che abolisce, appunto, lo stato di cose presente.
(m.s.)
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