È durata sette anni, dal 20 dicembre del 2009, data della prima assemblea nazionale, a quella di oggi. A Roma, stamattina, si scioglie ufficialmente Sinistra ecologia e libertà.
L’appuntamento è per le 10,30 alla sala convegni della Domus Australia di via Cernaia, vicino alla stazione Termini, per la relazione di Nichi Vendola, che pure non è già più da mesi presidente di Sel, se non «ad honorem». Non si annuncia come un «evento triste», anche se dalla base serpeggia qualche malumore, perché da domani inizierà il percorso per la fondazione del nuovo soggetto chiamato Sinistra italiana, che già riunisce 8 senatori e 31 deputati, e che avrà il suo primo congresso dal 17 al 19 febbraio prossimi.
«Sarà un momento di grande emozione, anche personalmente», non si sbilancia più di tanto Nicola Fratoianni che oggi chiude la sua esperienza di coordinatore nazionale di Sel per entrare a far parte del gruppo dirigente di Sinistra italiana insieme agli altri deputati e allo stesso Vendola che lo ha preceduto alla guida del partito. «Vorrei che fosse un bel momento – aggiunge – perché Sel è stata una storia entusiasmante, con alcuni errori, anche miei, soprattutto miei, visto che la dirigevo, ma anche tante cose belle». Sel chiude ma il suo patrimonio non si disperde, muta, perché prende le distanze dalla missione iniziale e dal quadro politico di riferimento – l’alleanza con il Pd di Bersani – nel quale prese vita. Le ragioni di fondo però, fa notare lo stesso Fratoianni, restano e sono quelle che hanno spinto i suoi fondatori e i suoi militanti «a non rassegnarsi a un quadro di equilibri politici dati per immutabili».
Sinistra italiana, è la promessa, non sarà solamente una nuova sigla di quella «cosa rossa» che la sinistra cosiddetta «radicale» ha da decenni tentato di compattare per farne un soggetto dotato di una massa e quindi un peso in grado di spostare l’asse e la direzione della politica italiana e anche i processi reali nella società. Sel si è scontrata con l’incapacità di riuscire in questo compito e, dice Fratoianni, ciò ha portato all’esaurimento della spinta su cui si basava, «il suo scioglimento ne è la presa d’atto», precisa il suo coordinatore. E si augura che nella nuova fase costitutiva che si va ad aprire da domani «l’urto con la storia, al di là delle responsabilità soggettive, sia migliore».
«Italia Bene Comune», il progetto di governo di centrosinistra a cui Sel era votata, non esiste più da tempo neanche nelle giunte locali. E chi ne fu il campione, l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, lunedì 19 si riunisce a Bologna con il sindaco Pd della città, Virginio Merola, Gianni Cuperlo, Sandro Gozi, per un progetto già bocciato come irrealistico da Vendola: rifare un centrosinistra cercando di sostituire i voti centristi di alfaniani e verdiniani. Un altro progetto, alternativo, è quello dell’assemblea «Costruire l’alternativa» che si terrà domani, sempre a Bologna, alla Scuderia di Piazza Verdi 3, con tra gli altri, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’ex candidato sindaco a Bologna Federico Martelloni, i giovani di Act!, Tommaso Fattori (Si, Toscana a sinistra).
In tutto ciò Sinistra italiana prova a rimettersi in gioco fin dai pilastri. Fratoianni assume come bussola e ragione di partecipazione al nuovo percorso, la necessità di mettere al centro del campo «le nuove radicalità che si oppongono alle crescenti disuguaglianze e marginalità generate dalla crisi». Ma chiarisce che Sinistra italiana avrà una forma-partito, «perché abbiamo bisogno di mantenere e sviluppare un radicamento sociale, abbiamo bisogno di maggiore, e non minore, insediamento nei territori». E poi, Rossella O’Hara insegna, domani è un altro giorno.
RACHELE GONNELLI
foto tratta dal profilo Facebook di Sinistra Ecologia Libertà