L’Umbria al fotofinish. «Al voto con la Carta»

I leader del centrosinistra in presidio a Terni con Stefania Proietti

Ci sono tre donne sul palco della Città della domenica di Perugia, che sessant’anni fa fu il primo parco divertimenti d’Italia. Le luci della città si scorgono in lontananza e accanto a Stefania Proietti, la candidata presidente alla Regione Umbria del centrosinistra, ci sono le sindache di Perugia e Firenze Vittoria Ferdinandi e Sara Funaro. In platea vengono accesi bracieri:il fuoco crea l’atmosfera giusta e riscalda le decine di sindaci umbri e i tanti cittadini venuti a sostenere Proietti all’ultima curva prima del traguardo.

Siamo all’evento conclusivo della campagna elettorale. Ma questa giornata ha avuto un prologo. Bisogna ritornare a qualche ora prima, al mattino sotto gli alberi di fronte all’ospedale di Santa Maria,a Terni, si sono ritrovati i leader del centrosinistra attorno a Proietti. Dopo la chiusura di diversi reparti nell’ospedale di Spoleto, dicono i convenuti, ci vuole un’ora e quaranta per raggiungere questo ospedale da alcuni paesi della Val Nerina. Ecco uno dei temi nevralgici della contesa tra gli schieramenti. La gente invoca l’alleanza: «Insieme» e «Unità».

Giuseppe Conte lancia una frecciata a Stefano Bandecchi, sindaco di Terni sul quale puntano le destre per fare la differenza. Dice che Proietti ascolta i cittadini invece di sputar loro addosso (il riferimento è a una delle tante performance del padrone di UniCusano). Elly Schlein lancia l’ultimo invito al pubblico: «Noi siamo felici di venirvi a trovare, ma adesso soltanto voi potete fare la differenza alle urne». «La privatizzazione della sanità non è un incidente di percorso, per quei signori e quelle signore è un obiettivo politico» fa notare Nicola Fratoianni per Alleanza Verdi Sinistra.

«Meloni dice che ci vergogniamo di farci vedere insieme?» aggiunge Giuseppe Conte riferendosi al comizio del giorno prima della premier – Qui in Umbria e in Emilia, siamo uniti e convinti di poter presentare una proposta seria ai cittadini»

Poi arriva il turno di Proietti. Che spiega in questo modo la scelta di aver convocato il presidio ternano con i segretari: «Non ci hanno chiesto di stare su un palco – afferma – Ci hanno chiesto di stare qui, in mezzo alle persone. In tanti mi hanno domandato: i leader saranno ci saranno? Noi non ne facciamo una questione di immagine, ma di sostanza. I leader ci sono, eccoli: ma stanno insieme ai cittadini. La gente è con noi, con il civismo nelle nostre liste». Poi l’invito ad andare a votare con in mano una copia della Costituzione: «Ieri la corte costituzionale ci ha ricordato che la Carta non è un optional – scandisce Proietti – L’autonomia differenziata porterebbe l’Umbria in un precipizio. Si vuole dare più potere alle regioni ma cancellando il principio solidaristico alla base del paese».

In serata, il mood è lo stesso: il rigetto di una destra che si considera padrona del paese e l’invito al riscatto di chi non si riconosce in questa rappresentazione. «Il linguaggio ha un valore in questo momento storico – dice ad esempio la sindaca di Firenze Sara Funaro – E se in ogni comizio Giorgia Meloni si vanta di essere chiamata il presidente, allora dobbiamo dirle che sta dando un pessimo segnale».

Sempre a proposito di simboli, Proietti da sindaca della città del Santo prende in giro Salvini che è arrivato ad Assisi indossando il saio francescano ma invocando il Cantico dei Cantici invece che il Cantico delle creature. E rinfaccia a Meloni, che il giorno prima ha elogiato Assisi perché «incarna i valori cristiani del paese», per il fatto che per la prima volta dal 1934 non ha mandato nessuno del governo a partecipare alle celebrazioni del «Santo Patrono d’Italia».

Uno dei temi di questa sfida, che a sinistra tutti considerano di valore sul piano nazionale perché «se si prende l’Umbria ripartiamo in tutt’Italia» è anche questo: la contesa del voto cattolico e dei valori cheesso rappresenta. Giovedì sera, nel comizio dei leader della destra, trascinato sul fronte reazionario e oscurantista, Ieri, da Proietti evocato sul piano del volontariato, dell’impegno sociale e del confronto con la parte progressista e pacifista dell’elettorato.

I sondaggi continuano a fotografare il testa a testa tra le due candidate, con la variabile impazzita dell’astensionismo. La destra cinque anni fa giocò praticamente da sola, con il centrosinistra traumatizzato da inchieste giudiziarie, dall’attivismo salviniano e dalle macerie del terremoto del 2016. Questa volta ha dalla sua l’effetto trascinamento del governo nazionale e del vento trumpista, ma deve fare i conti con il malcontento della gestione della sanità da parte di Donatella Tesei, che ha chiuso la sua campagna a Terni insieme agi altri presidenti di Regione della destra. Un altro segnale che proietta questo voto sulla scena nazionale.

GIULIANO SANTORO

da il manifesto.it

foto: screenshot You Tube

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Politica e società

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