Tutti contro Tavares: Fim, Fiom e Uilm non lo incontreranno

Braccio di ferro con Stellantis in difficoltà: richiesta di posticipare la convocazione di domani prima dell’audizione in parlamento. «Il 18 c’è lo sciopero, serve vedersi con Meloni» Intanto nuova cig anche ad Atessa

Nel caos che il settore auto sta vivendo globalmente in questi mesi, nel giro di pochi giorni si concentreranno passaggi decisivi in Italia.

Nell’occhio del ciclone c’è il ceo di Stellantis Carlos Tavares, diventato improvvisamente il capro espiatorio della crisi dell’ex Fiat. Di punto in bianco lo attaccano i grandi media che appoggiavano Marchionne, lo attacca il governo Meloni che invece da un anno e mezzo con il ministro Urso porta avanti un balletto indecoroso sull’obiettivo di «un milione di auto da produrre in Italia».

Ieri i sindacati confederali unitariamente hanno reso noto di aver sfruttato la debolezza di Tavares per chiedere di posticipare l’incontro accordato loro dal ceo di Stellantis per domani, adducendo motivazioni molto cogenti.

La lettera porta la data del 27 settembre, ma – almeno fino al momento di andare in stampa – Tavares non ha risposto alla sollecitazione e dunque Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di rendere pubblica la missiva. Se in tempi normali la convocazione del «grande capo», che finora non aveva mai partecipato ai tavoli al ministero, sarebbe stata una buona notizia, nel contesto attuale i rapporti di forza sono molto diversi e i sindacati possono permettersi di dire «no» a Tavares, mentre i sindacati “gialli” Ugl, Fismic e Agenquadri confermano la presenza per domani alle 10 alla sede di Stellantis&you di Roma.

La richiesta di Fim, Fiom e Uilm è di posticipare l’incontro a dopo lo sciopero del settore auto già fissato per venerdì 18 con manifestazione nazionale a piazza del Popolo a Roma. Rimane poi il pressing per una convocazione a palazzo Chigi per sbloccare – come avvenuto sulla vicenda ex Ilva – una vertenza che da anni vede il progressivo disimpegno di Stellantis in Italia: «In questi mesi abbiamo chiesto ripetutamente un confronto con tutti gli interlocutori istituzionali e di impresa al massimo livello, fino a coinvolgere direttamente l’Amministratore delegato e la presidente del Consiglio», sottolineano Fim, Fiom e Uilm.

A confermare la crisi di Stellantis in Italia anche gli ultimi dati trimestrali sulla produzione, resi noti dalla Fim Cisl che parla di «profondo rosso» nel terzo trimestre con un calo del 31,7% rispetto all’anno scorso» comune «a tutti gli stabilimenti» e una prospettiva di chiusura del 2024 «sotto i 500 mila veicoli prodotti in Italia, con le auto sotto quota 300 mila».

Il resto sono veicoli commerciali prodotti ad Atessa (Chieti), stabilimento dove ieri Stellantisi ha annunciato altre due settimana di cassa integrazione dal 4 al 17 novembre prossimi. Gli ammortizzatori sociali saranno per un numero massimo di 1.500 dipendenti.

Domani poi sarà anche il giorno dell’audizione di Tavares in parlamento. Alla Commissione attività produttive della Camera per «offrire il quadro più esaustivo sulla produzione automobilistica del gruppo in Italia». Un appuntamento inedito e comunque molto limitato in cui il manager franco-portoghese si troverà il fuoco di fila dell’intero arco parlamentare. Tavares viene dato per soccombente e in uscita, ma guai a dimenticare che Stellantis è controllata dai francesi e che i suoi risultati per gli azionisti finora sono stati ottimi.

I problemi di vendite negli Stati Uniti – dove i concessionari hanno scritto una lettera contro di lui – sono certamente seri ma l’America (come l’Italia) è la periferia dell’impero francese e non rappresenta il cuore del problema: il costo troppo alto delle auto elettriche rispetto ai modelli endotermici.

Su questo Tavares, che ha il merito di aver investito tanto e bene sull’elettrico, continua a mantenere la sua (coerente) posizione: la svolta elettrica è necessaria e non deve essere ritardata, tocca ai governanti (per primi quelli europei) favorirla con incentivi e fondi per evitare conseguenze occupazionali.

Anche qui i sindacati sono all’attacco: il presidente leghista della commissione Alberto Gusmeroli prima non li aveva invitati, poi ha proposto di sentirli alle 17, quando Tavares sarà già ripartito da ore.

La partita Stellantis si unisce poi a quella più grande del rinnovo contrattuale di tutti i metalmeccanici. Oggi è previsto il sesto incontro della trattativa e Federmeccanica ha già convocato una conferenza stampa successiva. Che tiri aria di rottura è evidente già dallo scorso incontro e questa volta saranno gli industriali a certificarlo presentando le loro proposte sul rinnovo, lontanissime dalle richieste della piattaforma unitaria di Fim, Fiom e Uilm, specie sul tema salariale.

MASSIMO FRANCHI

da il manifesto.it

foto: screenshot

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