Chi critica Valditara rischia il licenziamento

L'appello: "Non è un caso personale: con questo genere di norme, l’Italia assomiglia alle democrature. C’è un’allarmante torsione autoritaria"

Chi critica il ministro Valditara rischia il posto di lavoro. Christian Raimo, docente e scrittore romano, è stato oggetto di un secondo provvedimento disciplinare da parte dell’ufficio scolastico regionale per aver criticato l’operato del ministero dell’Istruzione (e merito) durante la festa del suo partito, Avs. L’accusa è di aver violato alcuni articoli del nuovo codice di comportamento dei docenti e leso l’immagine del ministero il che potrebbe comportare la sospensione dall’insegnamento senza stipendio o il licenziamento.

«È un provvedimento per le critiche che ho fatto alle scelte politiche e alle norme introdotte del ministro Valditara – sostiene lo scrittore, candidato da Avs alle europee e ex assessore alla cultura in un municipio capitolino -. Sono sconcertato e preoccupato. Mi sembra un ovvio principio di qualunque democrazia distinguere ministero e persona e che poter criticare il potere sia un diritto fondamentale. Le critiche che faccio – ha sottolineato Raimo – non le faccio in classe da docente, ma da libero cittadino e da giornalista. Non ho mai insultato Valditara, ho solo criticato fortemente le sue idee e le sue scelte».

Durante il suo intervento in un panel sulla scuola, Raimo aveva paragonato le politiche di Valditara alla Morte Nera del film cult Star Wars. «Un modo popolare per dire che il punto debole del governo è proprio l’idea di scuola della destra», si legge in un appello a suo sostegno di diversi intellettuali e persone dello spettacolo, che ha ottenuto anche l’adesione di Pd e Avs.

«In Italia un insegnante rischia il licenziamento per aver criticato un ministro. È una notizia allarmante che dice molto sulla democrazia sostanziale che viviamo e sulla torsione autoritaria in atto», scrivono gli estensori dell’appello, firmato, tra gli altri, dal premio Nobel Giorgio Parisi, dai cantanti Colapesce e Dimartino, Cosmo e Vasco Brondi, dagli scrittori Zerocalcare, Paolo Giordano, Nicola Lagioia, Valeria Parrella, Teresa Ciabatti, Giancarlo De Cataldo, dai registi Matteo Garrone e Sandro Veronesi e poi Fabrizio Gifuni, Gad Lerner, Luigi Manconi.

Per i firmatari, Raimo nella «doppia veste di intellettuale e professore ha criticato l’idea di scuola che propugna il governo Meloni. Non è il solo» e fanno appello alla Costituzione e alla Carta Europea dei diritti dell’Uomo perché «lungi dall’essere un caso personale, questo genere di norme e di provvedimenti, di cui il disegno di legge Sicurezza è esempio tristemente calzante, assomigliano a quelle delle democrature».

Si tratta di un «fatto grave che lede pesantemente la libertà di opinione e costituisce un precedente preoccupante», per i deputati e senatori del Pd. Mentre, per Nicola Fratoianni di Avs, al Mim «dovrebbero smetterla di fare i gendarmi e pensare piuttosto a dare risposte ai lavoratori della scuola pubblica». Di «veri e propri atti intimidatori verso chi non si allinea alla narrazione della destra» ha parlato Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde.

LUCIANA CIMINO

da il manifesto.it

foto: screenshot

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