La farsa della ricetta Calderone per gli esclusi dal reddito di cittadinanza

I Dati sulle offerte di lavoro pubblicati sulla piattaforma del Siisl (sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) fanno carta straccia della favola dei cosiddetti occupabili che poltrivano a...
Marina Elvira Calderone, ministro del lavoro

I Dati sulle offerte di lavoro pubblicati sulla piattaforma del Siisl (sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) fanno carta straccia della favola dei cosiddetti occupabili che poltrivano a spese dello stato mentre le imprese non trovano persone disposte a lavorare.

Le nude cifre, pubblicate dal fatto quotidiano, dicono più di qualsiasi discorso del fallimento della ricetta delle destre per risolvere in un colpo solo la presunta impossibilità delle imprese di trovare la manodopera necessaria e la domanda di lavoro facendo risparmiare allo stato le spese per mantenere i “fannulloni”.

Gli annunci di lavoro pubblicati dal sistema sono poco meno di 21 mila per circa 60 mila posti a fronte di 159 mila famiglie che hanno perso il diritto al reddito di cittadinanza e che diventeranno circa 600 mila entro la fine dell’anno. Non basta, il 65% delle offerte viene da aziende del nord, meno del 7 % da quelle del sud a fronte del fatto che il 70% delle persone che sono state escluse dal reddito di cittadinanza vive nel sud.

Alcuni esempi danno conto della debacle catastrofica della ricetta delle destre: in Sicilia abbiamo 150 annunci di lavoro con 38 mila famiglie rimaste senza reddito di cittadinanza; in Campania 37 mila famiglie senza più Rdc e 340 proposte di lavoro; in Calabria 80 posti per 14 mila… Tra i vari spunti che offre l’analisi dei dati ce n’è uno che rivela il carattere tutto ideologico dell’operazione costruita, con l’aiuto dei media, per demolire il reddito di cittadinanza: i camerieri richiesti in tutta Italia sono 300.

È evidente che le migliaia e migliaia di albergatori, ristoratori e affini, che con l’aiuto dei media hanno sostenuto la campagna delle destre, i dipendenti li cercano quando servono, per il tempo minimo possibile, pagandoli una miseria e in nero. Lavoro usa e getta.

Continuando a scorrere le cifre si scopre poi che Il 75% delle offerte , in linea con un trend generale, riguardano posti di lavoro precari per pochi mesi per i quali è previsto l’obbligo di accettazione solo se situati entro 80 chilometri dal luogo di residenza.

Una vera disfatta quella subita dalle destre al governo che pagheranno decine di migliaia di persone oggi, centinaia di migliaia nei prossimi mesi, destinate a lavori precari o a rimanere senza lavoro e senza reddito considerando un insulto i 350 euro del cosiddetto supporto formazione lavoro.

Due le risposte immediate possibili e necessarie: il ripristino di un vero reddito di cittadinanza svincolato dalle cosiddette politiche attive per il lavoro e l’assunzione di un milione di dipendenti pubblici per sanare il disastro in cui è precipitato tutto il comparto in particolare al sud e ricostruire la sanità, la scuola e le pubbliche amministrazioni.

ANTONELLO PATTA
responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

da rifondazione.it

foto: screeenshot

categorie
Rifondazione Comunista

altri articoli