In rotta verso Marina di Carrara, in Toscana, così ha stabilito il governo. L’ong spagnola Open Arms ha evacuato un sedicenne bengalese affetto da varicella venerdì notte a Lampedusa e adesso sta risalendo il mar Tirreno con a bordo 195 naufraghi, tra cui donne e bambini.
Arriveranno martedì: «Quattro giorni di navigazione – accusano – significano ulteriore sofferenza per le persone che abbiamo salvato e assenza di mezzi di soccorso in mare in un momento di emergenza». I migranti saranno accompagnati al complesso fieristico di Imm-Carrara Fiere per le visite mediche e l’identificazione quindi smistati nei centri di accoglienza. È il sesto sbarco in quel porto dall’inizio dell’anno.
Arriverà oggi a Bari, invece, la Geo Barents di Medici senza frontiere con 55 persone tratte in salvo, tra loro due donne e 43 minori non accompagnati. «Una ragazza di 15 anni ha attraversato da sola la Mauritania, l’Algeria e la Tunisia – hanno raccontato i volontari -. Ha spiegato che in Tunisia ci sono violenze generalizzate contro le persone migranti. Lei ha subito abusi sessuali al confine tra Algeria e Tunisia, dov’è rimasta senza cibo e acqua».
Un sedicenne è scappato dal conflitto in corso in Sudan: «All’inizio aveva provato a cercare rifugio nel sud del suo paese ma è stato perseguitato da alcuni gruppi armati e costretto ad attraversare il confine con il Ciad. Qui non c’erano sufficienti servizi di protezione internazionale, mancava acqua e cibo, così ha deciso di andare in Libia per raggiungere poi l’Europa. In Libia è stato imprigionato, ha subito violenze».
Un suo coetaneo è fuggito dal Sud Sudan per dire no al reclutamento armato forzato: «Non voleva imbracciare il fucile per combattere contro il suo stesso popolo. È scappato verso la Libia dove ha subito come gli altri violenze fisiche in un centro di detenzione. Non poteva pagare per uscire così è stato costretto al lavoro forzato».
Ieri pomeriggio la nave Life Support di Emergency ha tratto in salvo 40 persone in acque internazionali, due i minori non accompagnati. Erano partiti da Khoms, in Libia, su un barchino in vetroresina. Dovranno arrivare a Ortona, in Abruzzo. Uno sbarco ieri anche in Calabria nel porto di Roccella Ionica.
All’alba, a conclusione di un’operazione condotta dalla Guardia costiera con mare agitato, sono arrivati 76 naufraghi di nazionalità afghana e curda. Tra loro anche 15 donne e altrettanti bambini, alcuni dei quali con meno di sei anni. I migranti erano a bordo di una piccola barca a vela localizzata a 110 miglia di distanza dal litorale calabrese. Erano partiti martedì dalle coste della Turchia. Sono stati sistemati nella tensostruttura presente nel porto.
Infine, la denuncia di Alarm phone: 110 migranti con 40 bimbi a bordo in zona Sar maltese, a ovest di Creta, sono stati presi di mira da una nave libica che ha aperto il fuoco, ferendo una delle persone a bordo.
La barca dei migranti era partita dal Libano: «Hanno detto che il motore si è rotto – hanno raccontato i volontari di Alarm phone – e una persona è stata colpita da un proiettile. Le autorità greche, maltesi e italiane sono informate. Per tutta la notte tra venerdì e ieri abbiamo cercato di ristabilire il contatto con la barca in difficoltà ma non ci siamo riusciti. Le autorità in Grecia e Malta affermano di non avere informazioni su questa barca. Come possono semplicemente scomparire 110 persone?».
ADRIANA POLLICE
foto: