L’aggiunta della parola «merito» al nome del ministero dell’Istruzione non è stata un vezzo ma una chiara indicazione. La scuola delle destre è quella della «meritocrazia», dei premi agli studenti mutuati dai premi di produzione aziendali.
Sono idee che si sono già fatte strada in alcune scuole che, autonomamente, hanno deciso di premiare gli studenti «meritevoli». È il caso, denunciato dalla Rete degli Studenti Medi, dell’Istituto superiore Scalcerle di Padova che promuove la «Serata delle eccellenze» per gli studenti che hanno la media del 9.
Per i migliori sono stati previsti buoni da 100 euro. «È un modo per far conoscere i nostri ragazzi più bravi, dargli visibilità e incentivarli ad investire sul proprio futuro – ha sostenuto il preside Giuseppe Sozzo – Non c’è un clima di cattiva competizione o ansia. Se l’aspirazione alla vittoria e, soprattutto, al migliorare se stessi, spinge qualche studente a impegnarsi di più, ben venga».
«È un fatto gravev che si inserisce in maniera del tutto scomposta nel quarto a tinte fosche che dipingono da mesi esperti e organi di stampa fatto di angosce da prestazione nei luoghi di istruzione, di studenti che si tolgono la vita schiacciati da un sistema che pretende la competizione a tutti i costi e in questo caso al costo di 100 euro con col tuo compagno di banco – sostiene Paolo Notarnicola, coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi – È la scuola del Merito di Valditara, quella del chi prima arriva, meglio alloggia. L’obiettivo della scuola pubblica è pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle».
L’idea del premio ai meritevoli svincolata dal reddito, ha contagiato anche un’altra scuola della città, l’Istituto comprensivo Ardigò, che ha invece deciso di far accedere ai soggiorni esteri totalmente gratuiti perché finanziati dal progetto Erasmus+ solo gli studenti che hanno una media pari o superiore all’8.
In questo caso il dirigente Andrea Muto ha commentato: “Non mi pare uno scandalo se anche noi a scuola abbiamo stilato una graduatoria dei meriti acquisiti dai ragazzi attraverso una commissione preposta, che ha valutato i risultati conseguiti dagli studenti in prima e seconda media per quanto riguarda il comportamento, il rendimento generale ed in particolare nella lingua inglese”.
Insomma i ragazzini che già sanno l’inglese anche per possibilità economiche, saranno favoriti ai ragazzini che avrebbero bisogno di quel corso all’estero gratuito per colmare le lacune.
«Si usa come metodo di selezione solo il merito, stride con le diverse realtà che ogni giorno si affrontano nelle classi, ha detto Marta Viotto, segretaria generale della Flc Cgil Veneto al Corriere del Veneto – Non sono sicura che questo sia il metodo migliore per spronare i ragazzi a impegnarsi solo per raggiungere un certo livello considerato accettabile sulla base di un algoritmo».
«Bisogna mettere tutti nella condizione di studiare, partendo dalla reale gratuità del diritto allo studio, dal caro libri alle gite scolastiche – sostiene Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete Studenti Veneto – Allo stesso tempo non possiamo non denunciare quanto operazioni di questo tipo siano deleterie per il benessere psicologico degli studenti».
Gli studenti stanno rilanciando la mobilitazione contro la «meritocrazia». «L’impegno – dicono – continuerà affinché le scuole siano luoghi di apprendimento accessibili a tutti, a prescindere dal capitale economico e culturale di cui dispongono. Scuole che diano a tutti gli studenti gli strumenti per potersi realizzare, che incoraggino la collaborazione piuttosto che la sfrenata competizione». Scuole di tutti, dunque, non dei soli «meritevoli».
L’impostazione generale del governo è stata chiarita dopo il suo insediamento, lo scorso dicembre. Un emendamento alla legge finanziaria ha modificato il Bonus Cultura destinato ai diciottenni. Non solo sono stati ridotti i fondi da 230 a 190 milioni, ma il bonus sarà sdoppiato,a partire dal 2024, in una Carta della cultura e una Carta del merito, cumulabili.
La prima è destinata agli studenti e alle studentesse che provengono da famiglie con un Isee fino a 35mila euro; la seconda – come ha spiegato il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano – è per «tutti i giovani, a prescindere dal reddito familiare, che raggiungeranno il massimo dei voti alla maturità, con l’evidente scopo di premiare il merito e l’impegno negli studi».
Contro il provvedimento si sono schierate le associazioni studentesche: «Servirebbe una strategia contraria: venire incontro a chi ha vissuto più difficoltà nel proprio percorso scolastico ed accertarsi che abbia accesso a una formazione culturale più ampia, andando a garantire i mezzi per colmare eventuali lacune – ha sostenuto la Rete degli Studenti Medi – il governo dovrebbe capire che la dispersione scolastica è un’ emergenza sociale, da combattere attraverso politiche di sostegno strutturali».
LUCIANA CIMINO
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