G20 di Bali, la premier Giorgia Meloni ieri è intervenuta nella sessione dedicata al Global Health riconoscendo il contributo dei vaccini nel contrastare la pandemia. In Italia il ministero della Salute Schillaci informava: «Il governo è al lavoro per lanciare entro la fine della prossima settimana una campagna di informazione per promuovere la campagna vaccinale antinfluenzale e anti Covid».

Il clima rassicurante è stato spazzato via dalle dichiarazioni (fatte lunedì sera su Rai2 ma rilanciate ieri) del sottosegretario alla Salute targato FdI, Marcello Gemmato. Parole che hanno mandato in testa coda l’esecutivo: «Registro che per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo». Ad Aldo Cazzullo, che osservava «senza vaccini sarebbe stato magari peggio», ha replicato: «Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini. C’è stato fino a oggi un approccio ideologico nella gestione della pandemia da Coronavirus».

Dichiarazioni che hanno provocato una valanga di richieste di dimissioni da parte della politica e reazioni indignate dalla comunità scientifica. Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha ricordato: «Secondo i calcoli dell’Iss, la campagna vaccinale ha evitato 150mila morti in Italia. Lancet ha provato invece che i decessi evitati nel mondo in un anno sono stati 20 milioni».

L’epidemiologo Luigi Lopalco (ex assessore pugliese alla Sanità): «Gemmato sostiene due argomenti falsi: in Italia si sono registrati livelli di mortalità per Covid da record. Falso. Tutti i dati supportano l’evidenza che l’impatto è in linea con i paesi industrializzati. Che non esistano prove che i vaccini abbiano limitato i danni della pandemia. Falso. Esistono tonnellate di evidenze scientifiche sull’efficacia dei vaccini».

Il sottosegretario è stato costretto a fare marcia indietro: «Sono stupefatto dalle strumentalizzazioni che l’opposizione sta montando in queste ultime ore. Idee No vax non albergano nel nostro pensiero. Riteniamo la polemica un’arma di distrazione di massa. Il Pd ci attacca su tutto. Sono un convinto fautore delle vaccinazione non obbligatorie rispetto a tutte quelle coorti di persone a rischio mortalità cioè gli anziani, i fragili, gli immunodepressi, i pluripatologici».

Gemmato, barese, fedelissimo di Meloni, è stato tra i fondatori di Azione universitaria, il movimento prima di An e poi di Fratelli d’Italia. Una famiglia di farmacisti, anche lui farmacista ma ospedaliero, da consigliere comunale è diventato parlamentare e responsabile Sanità per FdI. Prima della formazione del governo, si era distinto per aver sostenuto la tesi: «No alle case di comunità. Per offrire una concreta medicina di prossimità serve puntare sui medici di famiglia e i farmacisti dotati di strumenti diagnostici di base» cioè dirottando la dotazione del Pnrr (7 miliardi) per la telemedicina verso il ramo di famiglia.

Era già stato protagonista da sottosegretario, di una polemica con il governatore della Puglia Emiliano. Il governo ha fatto rientrare in anticipo i medici No vax ma la legge regionale pugliese impone l’obbligo vaccinale per i sanitari. «La norma sarà impugnata» annunciò Gemmato, immediata stoppato da Emiliano: «I termini per l’impugnativa sono ampiamente scaduti, essendo la legge del 2021. Gemmato, farmacista, si cimenta in arditi ragionamenti giuridici facendo fare al governo una pessima figura. Uno così dovrebbe dimettersi». Ieri Emiliano ha rincarato: «L’opposizione se lo dovrebbe tenere caro perché una volta alla settimana dice una cosa che delegittima il governo, il presidente del Consiglio e il ministro della Sanità».

Fratelli d’Italia ieri si è trincerata dietro la linea difensiva «è una strumentalizzazione»: «Ha solamente espresso la necessità di approfondire la gestione della pandemia in particolare da parte del governo Conte» ha provato a minimizzare Marco Osnato, cercando di salvare la linea di dialogo con l’ex premier Draghi. Entusiasta il leghista Borghi: «Fa benissimo Gemmato ad avere dubbi. Dovrebbero dimettersi quelli che hanno infestato i media con certezze assolute».

Critica Forza Italia: «Il governo dovrebbe parlare con una voce sola». Il Pd ha martellato tutto il giorno chiedendo le dimissioni, da Enrico Letta («Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica») a Sandra Zampa mentre Marco Furfaro ha annunciato un’interrogazione parlamentare: «Il governo ha il dovere di dire cosa ha intenzione di fare contro il Covid. Con la scienza, non con i tarocchi».

Il leader del M5S Giuseppe Conte: «Gravissima la posizione di Gemmato, il sottosegretario ha alle spalle un partito e una leader che nei mesi più duri della pandemia si sono dimostrati ambigui e irresponsabili». E dal Terzo polo Carlo Calenda: «Gemmato si deve dimettere. Un sottosegretario alla Salute che non prende le distanze dai no vax è nel posto sbagliato».

ADRIANA POLLICE

da il manifesto.it

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