Anche la lingua italiana merita rispetto. Lo (o la) “schwa” è un non senso grammaticale, è un vezzo modernista che non risolve il problema del presunto maschilismo fonetico, grafico e discorsivo. Conta la sostanza dei termini e non la forma. Conta ciò che pensi quando leggi e fai tuo un termine.
Una parola non discrimina nessuno se la si usa senza voler nuocere a qualcuno.
Il linguaggio non è neutro e provare a forzarlo in questo senso è davvero un torto che si fa prima di tutto all’intelligenza di ognuna e ognuno di noi. Ci si può rivolgere a tutti senza stravolgere le regole che tengono insieme la preziosità della nostra splendida lingua.
(m.s.)
29 maggio 2022
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Mag 29, 2022