Oltre 22.300 reati con movente di estrema destra: il 10% in più del 2018. È l’inquietante cifra dell’ondata di razzismo fotografata nel rapporto annuale sui delitti politici pubblicato ieri dall’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV), il controspionaggio federale.
In Germania nel 2019 sono calati del 15% gli atti di violenza fra le fila dell’ultradestra, ma allo stesso tempo sono aumentate di ben il 17% le aggressioni contro la comunità ebraica.«Antisemitismo e islamofobia continuano a rimanere al centro dell’azione degli estremisti di destra» conferma il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, preoccupato perché secondo l’intelligence «l’estrema destra attualmente rappresenta la più grande minaccia alla sicurezza nella Bundesrepublik».
Più dell’estrema sinistra che l’anno scorso ha fatto registrare 6.400 reati (+40%, ma con il 10% in meno di casi violenti), e perfino peggio degli islamisti connessi alla galassia di Daesh «anche se la minaccia resta ancora elevata, con i salafisti che continuano ad aumentare in tutta la Germania» . Un nemico pericoloso almeno quanto «gli attacchi informatici e l’attività di disinformazione di potenze straniere per destabilizzare il paese», che il ministro della Csu ricorda pubblicamente e il BfV identifica come opera dei servizi di Mosca e Pechino. Eppure, come annota la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», la presentazione del rapporto serve soprattutto al leader del partito bavarese come «autocelebrazione», al punto che Seehofer ricorda come «nessuno ha fatto più di me nel contrasto al razzismo dell’ultradestra».
Lo scandisce con tono quasi convincente, dopo che i relatori del BfV hanno citato gli ultimi tre morti «eccellenti» della violenza neonazista, tra cui spicca il borgomastro Cdu, Walter Lübcke, assassinato nel terrazzo di casa in Assia il 2 giugno 2019. Di fatto, il terrorismo nero non si può più nascondere né sminuire, fuori e dentro le istituzioni, dopo che l’anno scorso è stata avviata la sorveglianza del BfV sulle attività di “Der Flügel”: l’«Ala» filo-nazista di Alternative für Deutschland guidata dal deputato turingiano Bjorn Höcke, di cui farebbe parte almeno un iscritto su cinque. Più o meno 7.000 militanti uniti dal comune obiettivo di «escludere, diminuire, e in ultima analisi privare dei diritti migranti, musulmani e dissidenti politici» come si legge nel rapporto del BfV.
L’ennesimo segnale di come «l’estremismo in questo momento proviene da destra. E bisogna davvero tornare alla storia della Germania-Ovest per misurare una fase terroristica di uguale portata» puntualizza Georg Maier, ministro degli Interni della Turingia (Spd), in prima fila tra chi pretende dal governo Merkel «una decisa azione contro l’ultradestra che sta mettendo sotto pressione la democrazia». A cominciare dall’anonimato su internet: nonostante la nuova legge anti-odio obblighi i gestori a segnalare alla polizia parole, immagini e video razzisti, risulta ancora quasi impossibile risalire all’identità degli autori.
SEBASTIANO CANETTA
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