Giulietto Chiesa è morto. Aveva 79 anni e li aveva passati tutti nel provare a dire la verità sugli accadimenti del mondo, passando da “l’Unità” a “La Stampa“, approdando anche a “il manifesto“. Una vita da comunista, anche po’ scomodo ed eretico. Soprattutto in questi ultimi decenni, quando si scostò dalla comoda critica perbenista di una certa sinistra e venne accusato anche di “complottismo“.
Non recise mai il legame con quella Russia in cui aveva vissuto e scritto, osservandone minuziosamente i cambiamenti. Ultimamente, con la sua “Pandora TV“, poteva apparire un po’ troppo schierato ad Est piuttosto che ad Ovest… Questo non piaceva a molti. Francamente nemmeno a me.
Ma va detto che non ha mai perso la sua autonomia di giudizio, di elaborazione concettuale, il suo spirito critico. E’ quello che conta. E per questo gli spetta un ringraziamento: perché le voci libere, anche se non ci piacciono, sono sempre indice della stessa libertà che vive e si autolimenta così in un paese e nel mondo intero. Quel mondo che Giulietto Chiesa ha contribuito a svelare come il “non migliore” dei mondi possibili e che ancora ieri metteva in analisi nel suo ultimo video per Pandora TV in occasione del 25 aprile…
(m.s.)
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