Nonostante tutto, buona Pasqua (anticipo gli auguri perché anche questo sito andrà in vacanza per due giorni e tornerà a commentare e informare (per quanto possibile) da martedì 14 aprile). Ai credenti, ai laici e pure a chi non è francamente minimamente interessato ad alcuna festività. Bisogna sempre considerare tutte le sensibilità e non tralasciare mai, soprattutto nelle funzioni pubbliche che si esprimono in una ben determinata carica, imparzialità e universalità.
Ecco, questo non è accaduto ieri sera quando il Presidente del Consiglio dei Ministri si è rivolto al Paese per comunicare da un lato la chiusura totale (che poi veramente totale non è…) fino al 3 maggio e, dall’altro, esporre alcune precisazioni riguardanti lo stato delle trattative tra l’Italia e l’Unione Europea in merito al pacchetto di aiuti economici che dovrebbero essere stanziati per l’emergenza Coronavirus.
Salvini e Meloni hanno cavalcato l’onda della crisi sociale, sanitaria ed economica e si sono espressi a più non posso per cercare di bucare il video, di ottenere un po’ di spazio in mezzo all’onnipresente Covid-19, questo ingombrante macigno sulla strada dell’avvicinamento dei sovranisti a Palazzo Chigi, ad una sostituzione governativa in tempi brevi.
Lo hanno fatto indossando mascherine tricolori in Parlamento, sfoggiando il peggio del peggio della politica-spazzatura; oppure recitando in diretta su Canale 5 preghiere e giurando di snocciolare il rosario ogni sera. Mi si permetta di dubitarne, perché se avete la bontà di collegarvi televisivamente su Tv2000 a notte fonda e ascoltare il “Santo Rosario della Madonna di Pompei” (il video in questione è del 2015), potrete rendervi edotti del fatto che dura più di mezz’ora, ben recitato, con tutta calma, seguendo i misteri dolorosi, i misteri gaudiosi, luminosi e così via. Ci vuole davvero devozione e molta fede per giaculare e ripetere invocazioni in cui sinceramente si crede.
Insomma, anche la fede deve avere un po’ di dignità e non diventare un arma politica da sbandierare ai quattro venti con Vangeli alla mano nelle allora affollate piazze del Duomo di Milano. Papa Francesco, del resto, ha bacchettato più volte proprio coloro che ostentano la fede, che ne fanno altro dalla sua misteriosa essenza tutta spirituale, immateriale, persino inconoscibile. Trasporto, emozione per il cristiano, elemento di suggestione psicologica per l’ateo, fenomeno affascinante ma lontano dalla percezione personale per un agnostico come me.
Ma i sovranisti non si sono limitati soltanto a questi aspetti. In poche ore, negli ultimi giorni, hanno scatenato contro il governo un fuoco di fila sul tanto famoso MES, sul meccanismo “Salva-Stati” previsto come istituzione europea per arginare le crisi economiche dei singoli partner dell’Unione. Hanno raccontato palesi inesattezze e le hanno diffuse tacciando Conte di affermare il falso, di essere un “traditore della Patria“, e così via dicendo.
Non è una novità assistere a questi comportamenti beceri delle destre che, quando c’è da invocare una dittatura non si riferiscono al nazismo o al fascismo, ma all’Unione Sovietica (guarda caso!), un po’ come il Berlusconi di tanti anni fa che vedeva comunisti ovunque, ma purtroppo ieri sera Conte ha commesso un errore nell’interrompere il tono istituzionale e anche molto confidenziale con l’interlocutore popolare di massa al di là del video, per scendere su un terreno di contrapposizione netta con le opposizioni puntando il dito proprio contro Salvini e Meloni.
Un regalo ai leader dell’opposizione che, infatti, hanno colto la palla al balzo e si sono nuovamente scatenati in una polemica senza fine. Ma un errore di forma che rischia di sminuire il contenuto del discorso, di distrarci un poco tutti dai contenuti per entrare nella polemica, come, del resto, è evidente che stiamo facendo.
Chi esecra il sovranismo e non approva il governo (come il sottoscritto) ma è pronto a sostenerne alcune misure in termini di tutela della salute pubblica, senza se e senza ma, ha vissuto con disagio quel momento perché l’attacco frontale alle opposizioni andava fatto ai microfoni dei giornalisti, fuori dalle comunicazioni a reti unificate sulla televisione pubblica e su tante altre televisioni private che erano collegate.
Sono in parte d’accordo con il direttore Mentana quando afferma che Conte non doveva fuoriuscire dagli argini di contenimento della formalità istituzionale e mantenere il dialogo solo con la popolazione, obliando per un attimo le speciose e demagogicamente seducenti argomentazioni dei sovranisti sul MES e sulle trattative tra Governo italiano e Consiglio europeo. Non condivido l’eventuale non messa in onda della diretta del discorso di Conte che Mentana avrebbe operato se avesse avuto contezza di quanto avrebbe voluto dire il Presidente del Consiglio. Sbaglio o non sbaglio di Conte, la scelta di oscurare un discorso istituzionale è certamente peggiore delle parole contenute nel discorso stesso. Saranno i cittadini a giudicare quelle parole. Il giudizio non può venire a monte, altrimenti diventa pregiudizio.
L’errore di Conte è formale. Errori sostanziali e politici il governo ne sta inanellando parecchi e si chiamano: patrimoniale, buoni spesa, sostegno al popolo delle partite IVA, regolamentazione di una cassa integrazione straordinaria in questo periodo… Tutte argomentazioni sociali cui il governo non dà alcuna risposta al momento.
Altri errori sono quelle aperture che l’esecutivo ritiene prioritarie in questa fase: riaprire le librerie… Un’altra follia. La libreria non è un luogo dove si può entrare uno alla volta e comperare un libro all’istante. Il gusto di andare in libreria è anche quello di starci mezz’ora per guardare scaffale per scaffale, scrutare i titoli, scegliere con calma leggendo la quarta di copertina. Oppure riaprire i call center, gli studi professionali…
Tutta manna per un incremento della circolazione di persone che potrebbero stare a casa: lavoratori compresi.
Con il fine settimana festivo che ci attende e inizia oggi e tutte queste riaperture, passeremo ancora tanto tempo con restrizioni maggiori di quelle che invece sarebbe possibile eliminare se si chiudesse tutto, ma davvero tutto ad esclusione di farmacie e generi alimentari. Ce la mettiamo proprio tutta per ritardare l’allontanamento dall’Italia del Coronavirus. Proprio, ma proprio tutta.
Il discorso di ieri di Conte rischia di incrinare una tradizione non scritta ma praticata che esige dalle alte cariche della Repubblica di conservare quel ruolo di universalità di cui sono investite, rivolgendosi a tutti gli italiani, comprese le opposizioni su un piano di rispetto delle opinioni altrui, riservando la replica alle critiche anche aspre e ingiuste (ed ingiuste quelle dei sovranisti sono e rimangono…) in sede parlamentare o, al di fuori delle istituzioni, in interviste agli organi di informazione, in conferenze stampa a questo dedicate.
Nonostante il Coronavirus, i sovranisti, l’informazione zoppicante nel Paese e gli inciampi di Conte nei suoi discorsi sempre poco puntuali alla nazione, nonostante tutto, buona Pasqua e buona Pasquetta a tutte e tutti voi!
MARCO SFERINI
11 aprile 2020
foto: screenshot tv