Boris Johnson ha testualmente affermato: “Abituatevi all’idea di perdere i vostri cari“. Non si richiede la menzogna per tranquillizzare il popolo, ma uno stile più raffinato, più british (appunto), non sarebbe stato male nel comunicare ad inglesi, scozzesi e gallesi che, come accade in una guerra, quasi in ogni famiglia tocca contare dei caduti.
Ora, non siamo in guerra, anche se il nemico c’è ed è pure invisibile, e per fortuna Johnson non è e non sarà mai Churchill, altrimenti, visto che lo sarebbe al contrario di quanto rappresentato dal grande primo ministro britannico, il Regno Unito ne vedrebbe delle belle (anzi, delle brutte).
L’altra sortita del tinteggiato biondo primo ministro di Sua Maestà è la teoria scientifica sul contenimento del contagio che ha aperto la via alla seconda scuola di pensiero in merito alle barriere contro il Coronavirus: noi, come la Cina, stiamo chiudendo tutto, barricandoci in casa, uscendo solo per il necessario, evitando quindi ogni tipo di contatto sociale.
Johnson sostiene invece che gli inglesi è meglio che sia ammalino, così, si svilupperà quanto prima l'”immunità di gregge“, ossia tanti malati guariti, quindi (ma non è ancora scientificamente provato) immuni a nuovi contagi da parte del virus. Più guariti vuol dire meno diffusione del contagio e quindi fare le quarantene come in Cina, Italia e Spagna, secondo Johnson servirebbe a poco.
Lo sostengono anche alcuni virologi. Altri invece restano fedeli alle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che approva ed elogia il metodo cinese e quello italiano.
Che dire… Solo il tempo ci dirà chi aveva ragione, ma visti i trascorsi politici di Johnson, dubito che la Regina si lascerà fare il baciamano durante la visita settimanale per riferire sull’attività di governo.
“Caro primo ministro è sufficiente la riverenza e ad un metro e più di distanza!“, potrebbe essere la risposta della coriacea sovrana.
(m.s.)
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