Quando ci saranno le elezioni in Liguria, se Salvini verrà a citofonare a casa mia per chiedermi se “spaccio”, gli dirò di sì. Spaccio solidarietà al posto di crudeltà e odio. Spaccio memoria storica al posto del revisionismo. Spaccio una roba che fa malissimo a tutti coloro che pensano di vivere nel migliore dei mondi possibili: dubbio, lotta di classe e comunismo.
Battute a parte (ma nemmeno poi tanto…), i cittadini che circondavano Salvini citofonante urlavano: “Sei un grande”. La politica è diventata davvero di bassa lega se si riduce a queste manifestazioni carnascialesche che attirano ovviamente il cannibalismo mediatico, che fanno discutere per almeno uno o due giorni tutte le televisioni, che alimentano la bestialità dei “social network”, che tutto fanno tranne affrontare i temi del disagio sociale.
Battute a parte: è semplicemente indegno, vergognoso, indecente che ci si comporti in questo modo. Non è politica, non è giornalismo. E’ solo un “dagli all’untore” per sentito dire.
Qualora fosse anche vero ciò che i cittadini affermano sul signore a cui Salvini ha citofonato, esistono i carabinieri, le procure della Repubblica e si va lì a denunciare, non gli si porta sotto casa il segretario di un partito che sta facendo campagna elettorale.
Ah… dimenticavo… scusate… Si fa invece proprio così, perché la normalità borghesemente intesa della democrazia è stata superata da tempo. Ora vige non la ragione, la ponderazione dei fatti, l’indagine scrupolosa, la ricerca delle fonti e così via… Tutto è cambiato: si procede per istinto, per rabbia, per odio, per accanimento, per supposizione, per illazione, per gogna, per suggestione di massa.
Allora, va tutto bene, e scusate se ho pure sussultato leggendo il “Buongiorno” su “La Stampa” di oggi circa Almirante… Proverò a rientrare nella serena calma del revisionismo storico, nell’adattamento quieto all’ordine sovranista che tanto bene ci vuole. Siamo noi ad odiare… mica loro.
(m.s.)
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