Mi ero detto: “Mi sto sbagliando”. Avevo pure fatto un po’ di ricerche su Internet e speravo pure di aver sbagliato quelle. Avevo scritto due righe su Facebook e le avevo cancellate: parevano un attacco politico ingiustificato. Mi sembrava strano che i Verdi italiani avessero stipulato un’alleanza con soggetti del “Fronte Verde”, quello con il Robin Hood scoccante la freccia da un arco ben teso a destra.
Poi ieri leggo del ritiro di Pippo Civati dalla campagna elettorale per la lista “Europa Verde”, formata dai Verdi – naturalmente – e da altri soggetti che vi partecipano con alcuni candidati: proprio alcuni di costoro sono al centro della questione.
Il “Fronte Verde”, ai tempi floridi del berlusconismo aveva preso parte ad elezioni amministrative e regionali con il centrodestra e tutt’ora avrebbe un programma non proprio “di sinistra” o, quanto meno, non progressista.
Se il “manifesto” politico del fronte parrebbe persino fin troppo di sinistra, leggendone il programma elettorale – come ha fatto Civati – si scorgono alcune ambiguità…
Scrive Civati su Facebook: “Peccato che l’organizzazione in cui ricoprono ruoli dirigenziali invece rivendichi la necessità degli italiani di “fare figli” per non andare incontro a un “suicidio demografico”, auspicando un’Europa di “Nazioni Sovrane” e di “una civiltà millenaria, fondata sul pensiero greco, il diritto romano e la religione cristiana” e altre perle che chiunque può verificare visitando il sito di Fronte Verde. Di cui quindi sarebbero dirigenti a loro insaputa, insomma.“.
“Nazioni sovrane” ed “Europa delle Patrie e dei Popoli”: un continente che si riunisca in una sorta di confederazione che rispetti le singole identità per l’appunto nazionali. La loro Europa è, testualmente, “…un’unica comunità che ha un’origine ed un comune destino, una civiltà millenaria, fondata sul pensiero greco, il diritto romano e la religione cristiana“.
La laicità del pensiero greco, delle menti aperte, si perde già un po’ nella rigidità del diritto romano (ma del resto, la patria dello “ius” è proprio la Roma repubblicana prima, quella imperiale poi passando per la fine del grande agglomerato di popoli che Giustiniano tentò di riassemblare…) e finisce con l’esaurirsi nella proclamazione di un fondamento che si rifà al cristianesimo come elemento di “comune destino”.
Del resto c’è chi a sinistra promuove il rossobrunismo e ci può stare anche chi nell’ambito ecologista raccolga un sentimento patriottico unendolo ai valori primari che vuole sottolineare nel presentarsi all’elettorato.
Ma, indubbiamente, è un ecologismo molto lontano ad esempio da quello della sinistra anticapitalista e antiliberista.
Civati sostiene di aver chiesto chiarimenti ai Verdi in primis che non avrebbero risposto se non “vagamente”. Le candidate del Fronte Verde, prima messe in lista e poi escluse dalla lista stessa, negano qualunque vicinanza all’area destroide ed anzi si dicono storicamente vicine alla sinistra.
La cronistoria della formazione ecologista del resto non è reticente in merito: a Macerata nel 2011 partecipano alle elezioni a sostegno di Franco Capponi sindaco con una lista chiamata “Fronte Verde – Destra sociale”; mentre alle regionali del Lazio nel 2013 sostengono la coalizione che candida Francesco Storace quale presidente. Le percentuali sono da prefisso telefonico (0,8%), mentre va un po’ meglio a Fiumicino dove, schierandosi con il centrosinistra, arrivano all’1,4%.
Ne viene fuori che siamo in presenza di una formazione non schierata ma sempre stata antagonista degli storici Verdi nati e federatisi proprio tramite pezzi di una sinistra che proveniva persino da Democrazia Proletaria (prima “Verdi arcobaleno” con Boato e Capanna e poi confluiti nella “Lista verde” dei primi anni ’90).
Tuttavia la frittata è fatta: la campagna elettorale di “Europa Verde” si azzoppa, claudica e verrebbe da dire: “Pippo te lo avevamo detto che sarebbe stato meglio fare una unica lista tra Rifondazione Comunista, Possibile e Sinistra Italiana”.
Ma con i rimbrotti e i rimproveri non si va da nessuna parte. Forse ora Possibile può abbracciare un ambientalismo che è tale e che è anche contro le destre: quello de “La Sinistra“. Un ambientalismo proprio “naturale” che sta dove deve stare e dove è nato fin dai tempi del referendum contro il nucleare e le storiche battaglie del PCI e di DP in merito.
Pace, uguaglianza, diritti sociali e civili, ambiente sono lotte della sinistra, così come il femminismo e l’antifascismo: nessuna può essere detta seconda rispetto ad altre. Tutte insieme formano il colorato DNA di un progressismo antiliberista che può tornare a far nascere un vasto fronte anticapitalista, un fronte di critica senza appello nei riguardi del sistema delle merci e del profitto.
La Sinistra che vogliamo costruire è prima di tutto questo: vera sotto tutti i punti di vista, da qualunque angolazione la si guardi.
MARCO SFERINI
12 maggio 2019
foto tratta da Pixabay