Quanti comunisti, che si prefiggono di innalzare le sorti degli sfruttati moderni, conoscono il valore di una merce?
Quanti comunisti, che vogliono dare potere al popolo, sanno come nasce il profitto?
Quanti comunisti moderni, che vogliono riattualizzare Marx e i tanti, troppi marxismi, sanno, quindi hanno coscienza di cosa sia un partito secondo un principio di classe?
Quanti comunisti conoscono il funzionamento del proprio partito?
Quanti si dedicano ad apprendere, a studiare per capire e quanti non hanno mai nemmeno capito che esiste una contraddizione massima e che siamo e rimaniamo comunisti per abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione?
Pochi o tanti che siano a saperlo, sono sempre, comunque oggi insufficienti per un compito storico anche soltanto di resistenza all’estinzione che avanza prepotentemente sull’onda della rassegnazione, della propria vita dedicata – giustamente – a sé medesimi piuttosto che alla Causa con la “ci” maiuscola.
Pochi o tanti che siano, è bene comunque che siano, che non rinuncino ad esserci per quanto fuori dal contesto attuale fatto di destre che si impossessano della democrazia repubblicana conquistata 73 anni fa.
Pochi o tanti che siamo, ci siamo. Per la rifondazione comunista come processo propriamente storico: rifondare storicamente, culturalmente, politicamente e socialmente le ragioni del Comunismo che, ne siate coscienti o meno, rimane l’unica possibilità di sopravvivenza per tutto ciò che vive. Compreso il pianeta. Gaia: una grande alleanza italiana anticapitalista.
(m.s.)
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