Rivedo la nave che salpa. Rivedo le bandiere tricolori che sventolano. Risento inni ed elogi galanti di giornalisti e di commentatori.
Poi osservo l’oggi, vedo un treno partire, vedo tricolori che traspaiono dai simboli elettorali. Torno a sentire inni ed elogi galanti di giornalisti e commentatori.
Ma c’è una differenza: qualcuno nelle stazioni impreca, inveisce e risponde anche male al viaggiatore sorridente che si trascina dietro zaini e borse.
Qualcuno forse ha capito che dietro ai sorrisi di circostanza e alle domande scontate c’è solo l’ennesimo tentativo di prolungare una nuova sofferenza per il Paese intero: per quello più piegato al disagio sociale, all’indigenza, ad una sopravvivenza che è soffocante quanto lo smog della valle padana.
(m.s.)
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