L’8 settembre è una data che ricordano forse troppe poche persone, troppi pochi “cittadini”, quindi “esseri sociali” detta marxianamente.
Eppure fu da questa data che la distrutta “Patria” italica provò a trovare la riscossa come “Nazione” e divenne poi una Repubblica nel dopoguerra.
Eppure, nonostante l’8 settembre, ancora oggi senzo che la patria non mi appartiene, che la nazione mi è indifferente e che solo la repubblica mi sta a cuore.
La repubblica, quindi il popolo. Il popolo, quindi quella parte di popolo che è indigente, sfruttata, depressa, piena di paura e anche di odio, fomentato da chi si mostra amico dei deboli e ne è il peggiore avversario perché – per prima cosa – non mette in discussione il sistema capitalistico.
L’8 settembre va studiato, così come la complessa realtà italiana (e non solo) che viviamo quotidianamente.
Disarmatevi dell’odio, imbracciate solo i libri.
(m.s.)
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