Non è più moderno di noi chi propone l’abbandono delle idee di giustizia sociale e di uguaglianza che non hanno trovato concretizzazione in un secolo e mezzo di lotte.
Non è più moderno di noi chi ci propone l’equiparazione tra “ragazzi di Salò” e partigiani.
Non è più moderno di noi chi sceglie come unica forma di esistenza politica quella del raggiungimento del governo del Paese e, per farlo, è pronto ad ogni compromissione.
Non è moderno chi nega le classi sociali ma è, anzi, molto antico: molto legato alla “reazione” di novecentesca memoria.
Non è moderno il moderato, ma è moderno chi fa l’opposto di tutto ciò.
E’ moderno essere comuniste e comunisti.
E’ moderna la “rifondazione comunista”.
(m.s.)
foto di Marco Sferini
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Lo stiletto