Per principio sono contro l'”obbligatorietà” di un atto, contro le imposizioni.
L’idea, quindi, di poter accedere alla scuola pubblica solo mediante la vaccinazione mi infastidisce, quanto meno.
Ciò detto, è vero che su Internet e anche in televisione molta disinformazione è stata fatta sulla prevenzione che i vaccini consentono per evitare pericolose malattie sin dalla prima età infantile.
Nessuna medicina, nessun vaccino, nessuna terapia è priva di controindicazioni: il nostro corpo è complesso, differente in miliardi di unici esemplari accomunati da processi biologici simili o uguali a seconda dei casi.
Un cuore è un cuore, un fegato è un fegato, un rene è un rene. Così un cervello (beh, forse per quello il discorso sarebbe ancora più complesso…), così un muscolo di coscia, una mano o un piede.
Ma ognuno di noi, proprio come nella vita di tutti i giorni, reagisce differentemente a stimoli sociali e civili e così anche alle cure.
Quindi, generalizzare è sempre un errore. Così come lo è imporre.
Serve una alfabetizzazione sanitario-sociale che dica quali sono le percentuali di prevenzione che si ottengono con un vaccino e quali sono i rischi. La compensazione viene dalla chiarezza e non dal terrorismo psicologico di tante piccole fase notizie che vengono spacciate come “nuove ricerche mediche”…
(m.s.)
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