Uno stato miserando e miserevole

Lo pseudo-dibattito politico italiano sta scadendo in maniera vertiginosa ad un livello che, in altri tempi, sarebbe stato difficile da ipotizzare. Nello scontro PD–M5S basato sulle rivelazioni contenute nel...

Lo pseudo-dibattito politico italiano sta scadendo in maniera vertiginosa ad un livello che, in altri tempi, sarebbe stato difficile da ipotizzare.

Nello scontro PD–M5S basato sulle rivelazioni contenute nel libro di De Bortoli al riguardo della sottosegretaria Boschi e del suo ruolo nel determinare gli assetti del sistema bancario, sulle intercettazioni riguardanti il candidato – sindaco di Palermo e sulla gara a chi la spara più grossa circa la situazione dei rifiuti a Roma, si trova proprio la quintessenza di questo scadimento morale, culturale, politico.

Il confronto non sfiora minimamente i termini delle questioni concrete che dovrebbero interessare le grandi prospettive sul piano del confronto internazionale, della condizione materiale di vita della gente (non si parla di economia, lavoro, stato sociale, ambiente: soltanto di se stessi), la qualità della democrazia, come dimostra anche la logica con la quale si affronta il delicatissimo tema della legge elettorale.

PD, M5S, Lega Nord, centro destra sviluppano quello che è difficile considerare un confronto: si tratta in realtà di una rissa verbale tutta interna alle logiche di detenzione del potere, di sopraffazione gli uni contro gli altri con il solo riferimento del proprio “particolare” di carriera politica e soprattutto di possibilità di apparire alla ribalta mediatica.

Per non vedere questa condizione generale è proprio necessario essere obnubilati da un insensato spirito di parte vedendo fantasmi che non ci sono, come quello di un presunto “populismo” esercitato unilateralmente.

Siamo di fronte, da parte dei maggiori soggetti, all’esercizio deprimente di una demagogia di basso profilo, che discende – sia ben chiaro – dall’aver introiettato ciò che è stato seminato in un ventennio dove ha sfondato l’idea dell’individualismo e della politica intesa come interesse particolare e personalizzazione.

Per dirla con chiarezza: il centro–destra berlusconiano ha tracciato il solco e il centro–sinistra ha generato un PD fondato soltanto sull’individualismo competitivo e il potere personale quale unico agente possibile dell’azione politica e il M5S è venuto fuori di conseguenza partendo da una visione di antipolitica e non di “critica della politica” tradotta alla fine in un pasticcio di assolutismo al vertice, impreparazione e prevalenza , anche in questo caso, di ricerca mediatica di un potere effimero.

Su tutto questo coacervo ingrassano i soliti noti e impera il “modello Marchionne” mentre il sistema politico è in condizioni di vera e propria liquefazione e le contraddizioni sociali vengono intese soltanto per allargare il divario e fare in modo che chi sta un gradino sopra agli altri si muova per conservare i propri privilegi lasciando i sottostanti nella condizione di inferiorità, anzi operando per tenere sempre più lontane le distanze.

Uno stato dell’arte quello della politica italiana che può ben essere giudicato come miserando e miserevole.

Fino a quando si accetterà supinamente questa umiliante condizione da parte di chi fatica ogni giorno la propria condizione di vita?

FRANCO ASTENGO

foto tratta da Pixabay

categorie
Franco Astengo

altri articoli