Le bombe chimiche, le bombe a grappolo, le bombe in generale.
I fucili, le pistole, i cannoni, i droni, le “armi intelligenti”.
Le torture, gli sgozzamenti, i sottomarini, i marines, le basi, gli elicotteri Apache, le portaerei.
I servizi segreti, l'”Intelligence”, l'”esportazione della democrazia”, le guerre di religione.
I crateri nelle città, le bombe inesplose, le mine, le gambe saltate, gli arti mutilati.
L’odio, le alleanze internazionali, i trattati economici, Palmira distrutta, le mura di Ninive fatte saltare.
Uomini e donne, bambini ed anziani a terra come le pietre, insieme alle pietre, sotto le pietre.
Il profitto, dio, i gasdotti, il petrolio.
Il terrorismo, gli attentati, le stragi, i kamikaze.
Il razzismo, la xenofobia, la paura costante, la diffidenza.
In tutto questo non c’è alcun motivo per vivere. E, infatti, si tratta solo di negazione della vita, dell’esistenza di ogni essere che prova a farsi largo in questa incomprensibile e meravigliosa stranezza che è l’esistenza umana.
L’essere umano dovrebbe essere l’antitesi di tutto ciò, invece, nella terribile precisione con cui l’autodistruzione di genera e si diffonde, rischia di identificarsi l’essenza umana, la più naturale e genuina spontaneità: vivere di odio.
Lasciatemi dire che sono fiero di non aver mai tenuto in mano una pistola, sparato una pallottola verso niente e nessuno.
Lasciatemi dire che sono fiero di non aver mai tenuto tra le braccia un fucile, obbedito ad un ordine, essere uscito dalla mia condizione di “civile”.
Lasciatemi dire che, forse, un po’ più umano di tutti quelli che sterminano civili inermi, lo sono.
Aumentiamoci di numero!
(m.s.)
foto tratta da Pixabay